La ricetta: sorbetto al limone

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Il sole sovrano/non aveva rivali/e per non perdere il controllo/circondò di gelo i suoi frutti/per non tradire gli amici/che s’aspettavano/un effetto a sorpresa/da sorbire lentamente/per conservare/un brivido di ebbrezza.

Ingredienti:

130 gr.di succo di limone,

250 gr. di acqua,

170gr.di zucchero

30 gr. di limoncello

30 gr. di albumi d’uovo.

Procedimento:

Montare gli albumi con uno sbattitore elettrico aggiungendo lo zucchero a metà. lavoro.

Spremere i limoni e filtrare il succo in un recipiente; aggiungere l’acqua , il restante zucchero     gli albumi montati e da ultimo il liquore.Mescolare e poi versare il composto nella gelatiera ;riporre nel freezer ed azionare fin quando il sorbetto avrà raggiunto la giusta consistenza (circa 40 minuti).

A questo punto trasferire in bicchieri flutes  decorando con foglie di menta fresche.

Abbinare liquore limoncello freddo.

Il sorbetto si può preparare anche senza gelatiera versando il composto in una terrina larga da tenere nel congelatore per un’ora. Poi   togliere dal freezer e smuovere il composto con una forchetta ripetendo questa operazione per 4 volte ogni mezz’ora.

Curiosando:

Il sorbetto è una specialità ghiacciata di origine incerta. Anche il nome è dibattuto tra la   parola araba “sherbeth” (bevanda fresca),  la    parola turca “sharber” (sorbire), o il verbo latino”sorbeo-es-sorbui”(sorbire o succhiare ).

Seneca  raccontava ,nel I sec. d.C.,  che per refrigerare le bevande si facevano passare più volte attraverso un colatoio d’argento o un panno di lino colmi di neve. Un’arte   introdotta dagli arabi in Sicilia nel IX sec, terra ricca di depositi di neve (le neviere) alle falde dell’Etna,dove già si preparava la granita siciliana,   che     rispetto alla pratica precedente, prevedeva la solidificazione  dei succhi di frutta posti in un recipiente contenente neve precedentemente salata per rallentarne lo scioglimento . Il  “culto “del sorbetto è arrivato ,poi, alla corte dei Medici ad opera  di  Bernardo Buontalenti un ingegnere geniale che  fabbricò per primo le conserve del ghiaccio per allestire festini sontuosi  con bevande ghiacciate e sorbetti spumosi . La borghesia del XVII amò questa specialità e nell’opera  “Bacco in Toscana” il Redi così   lo descrive: “oh come scricchiola tra i denti, e sgretola quindi dal l’ugola giù per l’esofago freschetta sdrucciola fin nello stomaco”. Ma fu il siciliano Francesco Procopio Cutò  a diffonderne il consumo in Europa quando aprì a Parigi nel 1686  il “Café Procope”.Il successo fu tanto da  diventare  il fornitore ufficiale di “acque gelate” (granite), “fiori d’anice” e “fiori di cannella” (gelati) alla corte del re Luigi XIV . Nel Settecento, secolo culturale per antonomasia, furono scritti i primi  trattati di cucina e di pasticceria e per la prima volta fece la sua comparsa la parola “gelato”, utilizzata dal gelatiere Vincenzo Agnoletti come aggettivo del nome “sorbetto”. Presente su tutte le tavole dei regnanti europei fu particolarmente presente nei banchetti dei Borboni che fecero allestire nei paesi circostanti Napoli neviere particolarmente capienti. Il sorbetto è ricco di sali minerali e vitamine che aiutano a mantenere integro il tessuto connettivo e osseo, sciolgono grassi in eccesso, eliminano tossine dal sangue e aiutano la digestione facilitando   l’assorbimento intestinale del ferro.  Celebre in tutto il mondo nella sua variante al limone, può essere preparato nei vari gusti di frutta  ed agrumi per rinfrescare le calde serate estive o come intervallo tra pietanze in pranzi importanti.