La scuola aperta per insegnare cosa?

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La Scuola “architrave della democrazia”, dice il Presidente del Consiglio Draghi, fonte primaria di cultura e di formazione della persona, luogo di positiva socialità. La Scuola è anche di più: essa eleva l’uomo ai valori dello spirito e lo invita ad esprimere la modalità dell’essenza umana che gli è propria. Ma, stando all’oggi, che è un identico, drammatico oggi da più di due anni, la Scuola per quale futuro educa le nuove generazioni, dai bambini agli studenti universitari? Quale mondo prospetta come il mondo che sarà il loro mondo? In quale pianeta abiteranno? A prezzo di quanti milioni di morti di peste pandemica e di quali e quanti devastazioni e catastrofi ecologiche? Al momento, le previsioni sono lugubri. E, per dirla tutta, che Scuola mai è quella in cui si va in maschera, si evita ogni contatto (si chiede anche ai bambini di essere mummie), pena il contagio del Covid o la morte? Mentre scriviamo, i morti della pandemia nel mondo hanno superato i 5 milioni e mezzo per 310 milioni di contagiati (dove il primato dei decessi, 833 mila, e dei contagi, 82 milioni spetta agli Stati Uniti). In Italia stiamo a 139 mila morti e quelli attualmente positivi sono due milioni, al ritmo giornaliero di 200 mila positivi e più di 200 morti, sicché 15 regioni sono in zona gialla. A parte il fatto che il 75, 80% dei contagiati e quasi tutti i morti sono no vax – a che tragedie porta la matta bestialità! -, conta, citando l’ultimo report del Ministero Sanità, porre in evidenza che “il maggior incremento di casi si registra tra i 5 e gli 11 anni a partire dalla seconda metà di ottobre (…) e un forte aumento dei ricoveri per i più piccoli, pari a 10 per ogni milione di abitanti. Anche l’incidenza di casi ogni 100 mila abitanti tra i giovani è schizzata in alto: 1595 (tra 10 e 19 anni) a fronte di 1.098 della media nazionale. Per questo la rete degli ospedali per bambini è in sofferenza”. Ecco perché il consulente del Ministero della Salute, il professore Davide Ricciardi, ha detto: “Scuole aperte contro la scienza. I dati consigliano il rinvio, c’è il rischio di richiudere”. Non era quindi consigliabile e serio attendere qualche settimana prima di riaprire, sperando che l’onda alta della variante omicron si placasse almeno? Era quello che aveva fatto sensatamente con la sua ordinanza il governatore della Campania De Luca. Invece no, Draghi ha riaperto tutte le Scuole, ha fatto ricorso contro l’ordinanza di De Luca al Tar, che – era prevedibile – gli ha dato ragione. Naturalmente, del ministro della Salute, il comunista (?) Speranza, non parlo; dico solo che “è un oggetto tenero nella mani di Draghi”, riprendendo l’arguta metafora a sfondo sessuale che adoperò Donat Cattin tanti fa per sbeffeggiare la subalternità di Piccoli, segretario del suo partito, la Democrazia Cristiana, rispetto a De Mita, che ne era il vicesegretario. Si comprende che le Scuole aperte sono per Draghi, almeno all’apparenza, una comoda, colta persino nobile copertura per cose che sono tutt’altro che nobili o colte. Esempio: come farebbe, se chiudesse le scuole, a giustificare gli stadi di calcio aperti? Ma soprattutto come far passare altrimenti sotto silenzio che il suo governo e (quasi) tutti i governi del mondo non fanno nulla – così da non disturbare il capitalismo finanziario – per creare un sistema produttivo eco-compatibile in cui si respiri aria meno inquinata di quella in cui viaggia e si trasforma il virus che ci ammazza? Peraltro è a favore di questo sistema di produzione e di vita che, insegnando, la Scuola dovrebbe educare le nuove generazioni.

di Luigi Anzalone