Ripartire dalla cultura del rispetto, dalla ricerca dell’universalità nella comunione dei punti di vista. Lo sottolinea a gran voce Aldo Masullo, ospite insieme al pittore Ettore De Conciliis, dell’appuntamento conclusivo del Borgo dei Filosofi. Chiarisce come la società del nostro tempo sia oggi dominata da una “razionalità idiota”, che vede l’uomo chiuso nel proprio isolamento, incapace di aprirsi all’altro. Un’idiozia evidente nella possibilità di utilizzare armi sempre nuove, destinate ad uccidere. “E’, dunque, nella ragione il vero pericolo, una ragione che può essere potentissima ma idiota”. “Non ci sono dubbi – prosegue Masullo – che la violenza che colpisce oggi i popoli del mondo sia nata in casa nostra, nell’Europa balcanica degli anni ’90”. Richiama più volte le parole del pontefice “Le parole di papa Francesco non sono soltanto parole di misericordia ma di condanna per una situazione, i cui responsabili sono gli stessi uomini”. Quegli uomini che “ sono stati sempre migranti, desiderosi di cercare altrove risposte ai propri bisogni, di esplorare ciò che c’è intorno a noi, veri e propri migranti mentali. Il problema è che oggi uomini e donne sono costrette e a migrare, sono fuggiaschi, più che migranti, costretti a fuggire da crudeltà e fame”. Quindi si interroga su cosa fare per sradicare le ragioni per le quali i migranti lasciano i loro paesi “E’ necessario non soltanto un intervento per dare sollievo immediato a queste comunità, è necessario intervenire per pensare al futuro, non possiamo concentrarci sul presente, dimenticandoci che c’è un futuro, che c’è un focolaio pronto a divampare, un focolaio che minaccia anche noi. Non ci sono dubbi che pensare significhi pensare responsabilmente e la responsabilità maggiore è verso il futuro. E’ inutile erigere muri o steccati, nell’illusione che ciò possa salvarli, accresce solo le sofferenze degli altri che si ripercuotono su di noi. Non possiamo, dunque, fermarci al ostro orizzonte ristretto ma guardare avanti. C’ bisogno di le nostre strutture mentali, educando i bambini a rispettare gli altri”. Quindi è il pittore Ettore De Concilii a soffermarsi sulla forza del Murale della pace, sottolineandone il valore di simbolo contro ogni guerra e il richiamo al messaggio del Concilio Vaticano II.