La vittoria dei Maneskin che non convince

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Di Pellegrino Caruso

Quando la Carrà chiese scusa per i Placebo… Sarà un fatto generazionale e forse anche nostalgico ma la vittoria sanremese del Festival dei Maneskin non mi entusiasma…Sarà che, come Amadeus e i suoi ospiti hanno spesso dichiarato, Sanremo è di tutti ma l’esito finale del Festival mi porta a riflettere sullo stato della nostra Italia, quella che, dovendo affrontare, una grave emergenza sanitaria di certo non dovrebbe essere ” fuori di testa” né dovrebbe ammettere testi ed autori con citazioni più o meno nascoste a droghe allucinogene…Quello della Carra’e’ un festival caro per la nota simpatia per un’artista che mi ritorna alla mente anche per un confronto purtroppo triste con l’ attuale morale della società…Quello del 2001 e’ un festival di 4 lustri fa , che non corrispondono ad un anno come spiegato da Amadeus che parla con l’ ologramma dello sponsor. La forza della pubblicità era la stessa anche nel Festival di venti anni fa dove un altro operatore telefonico impose una carismatica Megan Gale che di certo compensava la meno felice scelta di Ceccherini… Quello di Raffaella fu uno dei pochi festival condotti da una donna ma lei, rimasta sola alla conduzione, per un forfait di Fiorello meno generoso di adesso, canto’ anche una sigla ” E ‘la mia musica” meno nota di altre ma che riconosceva alle canzoni la capacità di essere fantasia che va, compagna dei nostri giorni, con quella leggerezza che si tramuta in energia per vivere meglio il nostro tempo…Scegliere, anche con punte di una evitabile insistenza, di svolgere regolarmente il Festival è scelta che può essere relativamente apprezzabile se può non spezzare la voce creativa di un Paese che ha bisogno di ritrovarsi ma avrei gradito uno spettacolo più sommesso e rispettoso del disagio attuale.. Non si possono tollerare spettacoli che vanno avanti sino alle 3 di notte quando persino Baudo, il gran cerimoniere del Festival chiudeva anche la finale non oltre le 2 di notte, anche per rispetto dei giornali all’indomani…ripensando al Festival di questi giorni, mi sono piaciuti soprattutto quei momenti in cui i vecchi talenti della musica come Vanoni, Berti e Berte’al di la’dei look più o meno riusciti hanno dimostrato che il bravo cantante sa essere interprete, canta per portare sul palco la forza dei sentimenti che quest’anno nell’esito finale del Festival ho percepito come surclassato da tanto troppo Rumore , ben diverso da quello di Diodato che solo un anno fa, nel vuoto dell’Arena di Verona, solo riusciva a riscaldare i cuori..e diverso anche dal ” Rumore” di quella stessa Carra’ che ci ha sempre ricordato che i colpi di testa servono per alleggerire ma non per cancellare le difficoltà della vita…Sanremo 2021 mi ha convinto per scenografie e luci finalmente vivaci anche se mi da’nostalgia pensare che ” Luce’era il titolo della canzone che vinse il Sanremo di 20 anni fa , seguita sul podio da ” Di sole e di azzurro” di Giorgia e dal messaggio di amore dei Mattia Bazar…altri ritmi, altre forme di rispetto del pubblico al quale si chiedeva scusa se un chitarrista , come quello dei Placebo, rompeva per strana indignazione chitarre in diretta…Il tempo passa, i personaggi cambiano ma mi farebbe piacere che restasse ancora una forma di rispetto per il pubblico generalista, fatto di famiglie che fanno la nostra Italia…