Lavoratori Denso, le ultime speranze legate al vescovo Aiello per riaprire il tavolo con Confindustria e Denso

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E’ legata al vescovo di Avellino Arturo Aiello l’ultima speranza per i lavoratori interinali della Denso rimasti fuori. E’ quanto emerso nel corso del tavolo che ha riunito a Palazzo vescovile gli operai, i sindacati, don Vitaliano Della Sala e Carlo Mele, in rappresentanza della diocesi  “L’impegno che ha assunto il vescovo – spiega Mele – è quello di contattare il presidente di Confindustria e il direttore della Denso, per cercare di riaprire il tavolo e rileggere l’accordo firmato due mesi fa, così da dare concretezza al ritorno al lavoro agli undici lavoratori rimasti fuori. La speranza è quella di coinvolgere nel prossimo confronto Confindustria e Denso”

E’ Giuseppe Zaolino della Fismic-Confsal, presente al tavolo insieme a Giuseppe Morsa della Fiom-Cgil, Nino Altieri della Uilm-Uil, a spiegare come “Abbiamo immaginato di utilizzare una istituzione come la curia e in prima persona il vescovo per cercare di sensibilizzare Confindustria e la direzione aziendale della Denso sulla possiibilità di rivedere l’accordo e accelerare la soluzione, così da garantire la credibilità del sistema delle parti sociali e permettere di rientrare agli undici che sono rimasti fuori. La capacità di ascolto del nostro vescovo può trasfornarsi in un’idea vincente, dai partiti non possiamo aspettarci granchè, i sindacati si stanno spendendo per trovare una soluzione ma l’autunno caldo è già cominciato”. Nell’accordo firmato a giugno l’impegno da parte dell’azienda di stabilizzare un lavoratore ogni tre che usciranno dall’azienda per pensionamenti ma i tempi rischiano di essere lunghi, fino a tre anni. “Bisogna accelerare – spiega Zaolino – le uscite per i prepensionamenti, creare uno spazio di turn over che potrebbe far rientrare tutti i 21 operai per una stabilizzazione che può rappresentare una tregua sociale e consentire alle persone di ritrovare dignità del lavoro e dunque una pace sociale che aiuterebbe tutti”.

Non sono momenti di tensione tra sindacati e lavoratori. E’ Altieri a fare il punto, sottolineando come l’accordo dello scorso giugno sia stato firmato perchè l’azienda non è tenuta per legge ad assumere i lavoratori licenziati “Nel corso dei prossimi 36 mesi circa 70 persone potrebbero agganciarsi alla pensione. Ed è in questi termini che abbiamo sottoscritto un’intesa. Ma si tratta di risultati che potremo ottenere nell’arco di tre anni. Anche per garantire uno stipendio pieno, sommato a quella che è l’indennità Naspi. Da parte nostra avremmo voluto la stabilizzazione immediata di tutti i lavoratori, ma è la società a dover decidere”