Legambiente: ecco la mappa della povertà energetica in Campania

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Foto: mediaree.it

In Campania l’11,5% delle famiglie è in condizione di povertà energetica, come recentemente stimato dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre (dati aggiornati al 2021). Famiglie che devono affrontare il caro bollette, crisi energetica, crisi climatica e che spesso si ritrovano poi a dover vivere talvolta in abitazioni che vanno ad aggravare la loro spesa energetica. I Rapporti dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE) offrono spunti per coniugare l’obiettivo della decarbonizzazione con la protezione dei soggetti più vulnerabili, attraverso politiche di contrasto alla povertà energetica, di “protezione” e di “promozione”.

Le prime mirano a consentire un livello minimo di energia e includono i bonus gas ed elettricità presenti in Italia. Le politiche di promozione hanno invece un orizzonte più lungo: includono, per esempio, gli interventi di efficientamento energetico e le azioni che accrescono la consapevolezza dei consumi energetici delle famiglie vulnerabili.
Legambiente presenta il dossier Civico 5.0 “La qualità dell’abitare: tra decarbonizzazione, efficientamento e nuovi stili di vita” nell’ambito del convegno nazionale della campagna “Caldaie a gas? Pezzi da Museo” di Legambiente e Kyoto Club, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura di Napoli per sensibilizzare cittadine e cittadini, ma anche progettisti, condomini e Amministratori nazionali, regionali e locali sulla decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento.
A fronte dei pochi programmi di rigenerazione urbana, il principale strumento di promozione è stato proprio il Superbonus, nonostante le criticità proprio rispetto alla ricaduta su contesti più vulnerabili, stante la difficoltà di accesso al credito soprattutto per i ceti medio bassi e stante le difficoltà connesse alle procedure burocratiche e progettuali, in ragione anche dei piccoli abusi e delle condivisioni condominiali, o anche delle poche tipologie d’intervento ammissibili. Legambiente ha presentato i dati delle pratiche portate avanti in Campania. Con 23.755 gli edifici in Campania che hanno usufruito del Superbonus, pari al 6% del totale nazionale, è la nona regione per numero di edifici sui quali si è intervenuti e con una cifra pari a circa 6 miliardi di € è sesta per totale degli investimenti (prima regione del Sud-Italia). Il numero di edifici in Campania secondo i dati ISTAT del 2011 è 1.049.459, significa che solamente il 2% degli edifici in Campania è stato coinvolto da interventi effettuati con il Superbonus. La maggior parte di questi edifici, inoltre, si trova ancora in classi energetiche molto basse: più del 50% degli edifici si trova in una classe energetica compresa tra la F la G.

Oltretutto, in questa regione (così come nel resto del paese) è ancora il gas a prevalere come sistema di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria; le caldaie a gas, però, presto saranno praticamente impossibili da vendere, a partire dal 2028, secondo quanto stabilito dalle direttive dell’Unione Europea. In Campania è tuttavia attivo un interessante bando per la sostituzione degli impianti termici civili alimentati a biomassa legnosa con impianti a basse emissioni, aperto fino al 15 dicembre 2023.

Da un primo campione di istanze analizzate in collaborazione con la Regione Campania, oltre il 43% delle istanze è sulla provincia di Avellino, nota per le problematiche dovute all’inquinamento atmosferico da PM10. Nel 41% dei casi si è sostituito il termo-camino a legna o a pellet e il 38% dei nuovi impianti sono caldaie. Solamente 3 però le pompe di calore installate, nonostante il bando sia un contributo aggiuntivo al conto termico del GSE e permetta quindi di coprire praticamente al 100% le spese di installazione di questo tipo di tecnologia. Significa che ancora tanto c’è da fare su questa Regione, se si considera che, secondo la posizione del Parlamento Europeo, gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033.

“La transizione ecologica giusta e veloce- ha dichiarato Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania-deve necessariamente riguardare il miglioramento della qualità dell’abitare di tutti i cittadini. Oggi ci sono le tecnologie, i materiali e le innovazioni per andare in questa direzione, ma la rigenerazione urbana non può riguardare solo il lato tecnico e procedurale ma deve passare attraverso processi di comunità per la riqualificazione delle relazioni sociali, delle comunità territoriali, della qualità dell’ambiente di vita e dei servizi.

A partire dalle periferie del nostro Paese, luogo simbolo delle disuguaglianze ambientali sociali e culturali. E’ molto grave il taglio delle risorse del PNRR previste per la riqualificazione di Scampia e di Napoli Est, progetti importanti che avrebbero migliorato la qualità di vita di cittadini colpiti anche da povertà energetica. Oggi quello che manca è una politica specifica sulle periferie e sulla rigenerazione del patrimonio residenziale pubblico sostenuta da una strategia e una regia ad ampio respiro, che permetta di moltiplicare e dare coerenza agli interventi sparsi sul territorio con l’obiettivo congiunto di combattere crisi ambientale e sociale.”

Anche l’interno delle nostre abitazioni e le nostre abitudini quotidiane possono avere un impatto sulla bolletta. Legambiente nel dossier presenta una fotografia parziale di stili di vita e condizioni di salubrità e comfort in casa attraverso un monitoraggio dei consumi e delle abitudini di 12 famiglie collocate nella città di Napoli, con Casavatore, Volla e Pomigliano d’Arco, Salerno, con Pontecagnano ed Eboli e infine, Avellino, con Atripalda e Capriglia Irpina. Le 12 famiglie monitorate abitano nella quasi totalità dei casi in appartamenti (solo 2 in ville monofamiliari), dei quali non conoscono la classe energetica, l’8%, conosce la classe energetica della propria abitazione, che tra l’altro risulta essere la più bassa). Il materiale di costruzione prevalente sono i mattoni, ma anche qui il 40% delle famiglie monitorate non conosce il materiale di costruzione della propria abitazione. Gli anni di costruzione invece sono molto variabili, si oscilla dagli anni Sessanta fino a fine anni Novanta.

In occasione del convegno, allestita la mostra itinerante MaINN dei Materiali Innovativi e Sostenibili, lanciata da Legambiente a inizio 2018 con lo scopo di raccontare un nuovo modo di fare edilizia, più salubre, sostenibile e amica dell’ambiente. L’obiettivo principale di MaINN è far conoscere tutti gli strumenti e i materiali ad oggi utilizzabili non solo per abbattere le emissioni di carbonio incorporato nel settore edilizio italiano, ma anche per implementare l’economia circolare.