Legambiente: il cancro colorato continua a mietere vittime a Viale Italia. Serve un piano per la gestione del verde pubblico

"Non serve procedere con gli abbattimenti. Chiediamo l'istituzione di una consulta ambientale"

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“ll cancro colorato continua a mietere vittime nel capoluogo irpino – è l’allarme di Legambiente Avellino – Alveare -. Nei prossimi giorni la città dirà addio a tanti altri alberi a Viale Italia e Viale De Gasperi”.

“Fino alla metà di agosto, in tratti differenti, la circolazione a Viale Italia sarà interrotta. Le ordinanze pubblicate sul sito del comune parlano di nuovi abbattimenti di platani in città”, conferma Antonio Dello Iaco, vice presidente e responsabile alla gestione del verde di Legambiente Avellino.

Sul banco degli imputati per Legambiente Avellino c’è sempre la cattiva gestione del verde pubblico in città. “La questione di Viale Italia va avanti da anni. È vergognoso – tuona Dello Iaco – che l’amministrazione comunale non abbia predisposto un piano per la gestione del cancro colorato”.

Non basta procedere con gli abbattimenti – continuano gli ambientalisti – bisogna programmare una corretta e futura gestione di Viale Italia. Abbiamo chiesto più volte al sindaco Festa, all’assessore Negrone, alla Commissione consiliare con delega all’ambiente e all’ufficio verde pubblico, l’istituzione di una consulta ambientale ma, al di là delle promesse non c’è proprio la volontà politica di confrontarsi su questi temi”.

L’obiettivo della commissione, come più volte spiegato da Legambiente Avellino, sarebbe quello di confrontarsi sui temi ambientali con la città, le associazioni ambientaliste e gli ordini professionali. L’ente non avrebbe alcun costo e sarebbe solo di parere consultivo.  Presto a Viale Italia partiranno i lavori da 1 milione di euro annunciati dall’Amministrazione Comunale. L’obiettivo dell’ente è ridare decoro all’arteria inserendo un sistema di irrigazione, nuovi arbusti e sistemando le aiuole. Sul tema però Legambiente Avellino solleva non pochi dubbi, consegnando le proprie osservazioni agli enti preposti proprio in queste ore.

“Abbiamo avuto modo di leggere tutti gli incartamenti sul progetto di Viale Italia da 1 milione di euro. L’aspetto più grave è che, tra i documenti visionati a seguito del nostro accesso agli atti, non ci sono pareri dell’ufficio fitosanitario regionale sull’intervento”.

L’area è infatti considerata zona focolaio e deve seguire le normative presenti nel decreto ministeriale del 29 febbraio 2012 di lotta obbligatoria al cancro colorato. Questo vuol dire che bisogna rispettare delle prescrizioni ben precise per il taglio, la potatura, la rimozione di terreno e per tutti gli interventi che prevedono il contatto tra mezzi, uomini e strumenti e i platani di Viale Italia.

A nostro parere è necessario un via libera generale sul progetto da parte dell’ufficio fitosanitario della Regione Campania. Questo non è avvenuto”, spiega Dello Iaco.

Stando a quanto dice Legambiente Avellino, dai documenti si evince che, ogni volta che le ditte incaricate entreranno in contatto con terreno, piante e materiali che sono stati a contatto con i platani, dovranno fare apposita segnalazione alla Regione che rilascerà le autorizzazioni dovute.

“Questo modus operandi è folle – dichiara il vice presidente di Legambiente Avellino -. Il rischio di cadere in errori da parte degli operai presenti, non specializzati in materia, così come il pericolo di allungare a dismisura i tempi dei lavori a causa della burocrazia, è altissimo”.

Le osservazioni di Legambiente Avellino si spostano poi sul maxi impianto di irrigazione a goccia che coinvolgerà il viale alberato.

Non è chiaro come verrà alimentato l’impianto di irrigazione delle aiuole. Dalle planimetrie si evince che le tubazioni partiranno da una fonte di approvvigionamento idrica della Casa di Cura Rubilli” – interviene Antonio Di Gisi, presidente di Legambiente Avellino.

“Non si sa se l’acqua verrà presa da sorgenti sotterranee o dall’impianto idrico dell’Alto Calore. In quest’ultimo caso ci sembra una follia irrigare tutto il viale con una risorsa preziosa oramai ridotta nel tempo – spiega il presidente di Legambiente Alveare -. Vista la siccità e la carenza idrica che stiamo vivendo sempre più ogni anno, con un milione di euro perché non si è pensato a un recupero delle acque piovane?”

Il fattore che più di tutti fa adirare gli ambientalisti è però la questione degli alberi monumentali. Il circolo ambientalista ha spiegato che, consultando la piantina dell’impianto di irrigazione, si evince che le condotte partiranno dal Rubilli. I tubi dovrebbero passare proprio al centro, tra i due pini monumentali della struttura.

È folle un intervento del genere – ritorna Dello Iaco –. Quegli alberi sono tutelati, non possiamo rischiare di perderli, come è stato fatto per la Sequoia Monumentale e per il platano della Villa Comunale”.

Pensare di dover intervenire da quella conduttura sia a inizio intervento, sia per eventuali guasti o manutenzione, è da irresponsabili. Il rischio di danneggiare le radici dei pini, che sono anche in superficie, è incalcolabile”.

“Inoltre, anche in questo caso, non è stato chiesto alcun parere al Ministero delle Politiche Agricole che vigila sugli interventi da fare sugli alberi monumentali”.

“Il sistema di irrigazione coinvolgerà la parte bassa di Viale Italia (circa dalla clinica Malzoni a inizio Corso Vittorio Emanuele). L’ultimo tratto, quello che beneficia di maggior sole a causa della minore presenza di alberi, non verrà coinvolto dall’intervento. Se le carte riportano la mappa reale dell’impianto, è a dir poco discutibile l’utilità dell’intervento”, attacca Dello Iaco.

“Viste tutte queste criticità, chiediamo al Comune di Avellino, di rivedere urgentemente il progetto – chiosa Antonio Di Gisi, presidente di Legambiente Avellino -. Se serve un parere, anche tecnico, da parte di noi ambientalisti, siamo pronti a fornire gratuitamente le nostre osservazioni e competenze”.

“Un milione di euro per Viale Italia è una cifra enorme. Questi soldi pubblici vanno spesi subito ma soprattutto nel migliore dei modi!”, conclude Legambiente Avellino.