Lost to be found, Petrizzi in mostra tra memoria, presente e futuro

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Un viaggio tra memoria, presente e futuro. E’ il percorso espositivo dell’artista Eliana Petrizzi “Lost to be found”,  a cura di Stefano Forgione, composto da opere su tela o su legno sapientemente dipinte da Eliana Petrizzi. Un itinerario suggestivo inaugurato ieri presso l’Axrt Gallery, in cui ritroviamo la capacità di Petrizzi di raccontare la singolare essenza metafisica delle cose, di scavare dietro la superficie, raccontando il silenzio o la sospensione. Uno spazio che chiede allo spettatore di interrogarsi su sè stesso. “Ogni sua opera – scrive il curatore Stefano Forgione – è un racconto e quel volto abita in quei luoghi, come se i dipinti avessero un legame univoco, i colori e le sfumature di quel volto abitassero in quei paesaggi, facendo di una intera esposizione un viaggio non itinerante. Eliana con sapienza, amore e passione riesce a curare tutti i dettagli usando in maniera impropria l’iperrealismo, facendo delle sue opere una trasposizione di sentimenti e capacità onirica. La bellezza delle sue opere resta negli sguardi di chi le osserva, ignaro lui di essere parte di quel dipinto, sentendolo vicino, conosciuto. Suo. E capisce solo in quell’istante di perdersi per ritrovarsi. Non c’è distanza tra quella donna e quel paesaggio, i volti sono contemporanei, ma vivono di luce passata, i luoghi evocano terre “nostre”, senza una definita posizione geografica, quasi a testimoniare come il tempo, la luce ed il gesto rilasciano un unico, armonioso, sottile e trasparente ricordo, di un presente patrimonio di tutti”.

Da Avellino a Salerno. Il 14 maggio si inaugura alla Biblioteca provinciale di Salerno “Tendere all’infinito” nella quale Eliana Petrizzi espone  fino al 12 giugno insieme a Franco Sortini.

Una proposta di Montoro/contemporanea, direzione artistica di Gerardo Fiore, curata da Michelangelo Giovinale, in una scrittura espositiva che, partendo da due ricerche solo apparentemente contrapposte, tesse un dialogo fra pittura e fotografia in chiave metafisica, fra prospettive, orizzonti, paesaggi di metafisica lettura.

‘Non vi è presenza alcuna – scrive Giovinale nel testo critico che introduce la mostra- direttamente visibile dell’essere umano, né figure, nessun corpo, nulla che possa dirci di una presenza oggettiva, tangibile, reale, nell’abitare i luoghi, in ambedue le ricerche condotte nella pittura e nella fotografia da Eliana Petrizzi e Franco Sortini.   Luoghi che sembrano non coincidere con la realtà, nelle umide atmosfere di paesaggi rurali e in quell’architettura fotografica dell’urbe, dove il  quotidiano sembra essersi azzerato”. Al vernissage della mostra saranno presenti Michele Strianese, Presidente Provincia di Salerno, Vincenzo Napoli, Sindaco di Salerno ,  Girolamo Giaquinto, Sindaco di Montoro,  Francesco Morra, Consigliere delegato alla cultura

 

Racconta «i magnifici problemi che gli scacchisti provano a risolvere sulla scacchiera, ma più ancora quelli che, come tutti, devono risolvere nella vita» il filosofo Massimo Adinolfi, professore ordinario di Filosofia Teoretica presso l’Università di Napoli Federico II. L’occasione è offerta  dalla presentazione, in programma domani, alle 18.30, presso il Mondadori bookstore, del volume  “Problemi magnifici. Gli scacchi, la vita e l’animo umano” (Mondadori). Intervengono Armando Bisogno e Nino Grasso. Modera Norberto Vitale. La scommessa è quella di far convivere in uno stesso libro Wittgenstein e Capablanca, Platone e Kasparov, Kant e Karpov, Quine e Carlsen, tra aneddoti, manie e racconti dei campioni. Non ha dubbi Adinolfi, “Il «nobilissimo» gioco, al pari della filosofia, non è «difficile, ma profondo: come un alto mare aperto». Perché gli scacchi, meglio se attraverso le lucide lenti della filosofia, ci permettono di capire qualcosa in più del mondo. Così il lettore troverà in queste pagine le bizze di Fischer e il caratteraccio di Korchnoi, la fragilità di Morphy e l’aggressività di Alekhine, le loro geniali mosse sulla scacchiera e quelle assai più aleatorie che, come tutti, hanno dovuto compiere nella vita. Ma anche alcune cruciali questioni filosofiche – che cos’è la libertà, quale politica è possibile in democrazia, quale rapporto intratteniamo con la morte, cosa significa giocare e chi siamo noi italiani –  prese «maledettamente sul serio», nonostante il tono sempre sospeso tra lo scherzoso e il divertito. Partendo dalle battaglie più memorabili e dai profili psicologici dei contendenti, Adinolfi dimostra come il mondo degli scacchi possa essere una chiave d’accesso privilegiata ai segreti della vita sociale e dell’animo umano”.