Luglio col bene che ti voglio…

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Luglio è arrivato con il suo carico di sole e di caldo e porterà, insieme a suo fratello Agosto, il tanto desiderato periodo delle ferie estive. La parola "vacanza" ha un significato multiforme: indica riposo per chi ama trascorrere la pausa lavorativa in pieno relax di calma e tranquillità; è sinonimo di viaggi verso le mete più disparate per coloro che vogliono evadere e ammirare paesaggi nuovi e inconsueti; è il ritorno ai luoghi natii, dove le proprie radici affondano salde e tornano a nutrirsi della terra d’origine. In qualsiasi delle modalità in cui viene svolta, la vacanza ha il comune denominatore dello stacco netto nei confronti della quotidianità frenetica e ansiosa che si vive nel resto dell’anno, ispessita dal ritmo forsennato dei giorni che si alternano veloci e che assorbono avidamente le nostre energie, costrette a suddividersi tra i numerosi impegni e le obbligate responsabilità. Durante le ferie si cerca il modo più consono per drenare il nostro essere dal peso di quei pensieri che, come mattoni, costruiscono la dinamica della mente, caricandola di imperativi d’azione e di obblighi operativi. È dietro a questo dedalo di necessità e di doveri che le settimane si riempiono di cose da fare, generando un impoverimento della giusta percezione del tempo, per cui ventiquattro ore in un giorno non sono più sufficienti. Gli impegni irrinunciabili diventano sempre più densi, costringendo ad un’ organizzazione serrata e ben scandita, che rischia di ridurre il nostro essere ad un automa, per cui non c’è più posto per la straordinarietà e per il quale l’evento imprevisto può trasformarsi in problema da gestire. Ci viene richiesto un forte senso pratico, la capacità, cioè, di saper fare fronte il più velocemente possibile e centrando subito il buon risultato a qualsiasi avvenimento della giornata, scegliendo al volo tra varie alternative di soluzione. Così vivendo, però, si rischia di dimenticare che l’individuo non si riduce solo al suo senso pratico e non può essere descritto solo con gli indicatori che valutano la misura con cui affronta gli eventi del quotidiano. Una persona è costituita da due parti fondamentali, che lavorano in stretta relazione di interdipendenza e di sinergia, garantendo un equilibrio di serenità e di benessere: sono la mente e l’anima. La prima è l’espressione pura della ragione, che si esprime nell’analisi e nella successiva sintesi di ciò che avviene intorno a noi. La razionalità ci permette di comprendere il senso del mondo, di organizzare pensieri e ragionamenti, di affrontare con logica la nostra esistenza. Attraverso la mente, possiamo argomentare le nostre idee, costruire opinioni ed esprimere il personale punto di vista. L’anima, al contrario, è la sede delle nostre istintive sensazioni emotive, il luogo in cui risiedono i sentimenti e le passioni, che si intrecciano e ci danno una visione affettiva del mondo. Due sfere antitetiche che sembrano quasi in sfida tra di loro. A volte, quando si affronta una circostanza con estrema razionalità, si perde quello spessore emotivo che potrebbe far apparire la realtà meno fredda e neutra; se al contrario spicca una visione troppo istintiva o piena di sentimento, ci si allontana troppo da un’ottica convergente e si potrebbe leggere il tutto con lenti troppo rosee e ingenue. Ciascuno di noi ha una delle due caratteristiche che domina sull’altra in termini di espressività, determinando uno stile vita più poetico, se si è particolarmente inclini alla filosofia dell’anima, o più disposto alla prosa, se si ascoltano maggiormente le regole della mente. Purtroppo i giorni che passano veloci, dietro gli impegni che questo mondo in corsa ci impone, ci costringono ad aumentare la dose di profonda razionalità con cui affrontiamo gli eventi, a danno di quel colore meno compatto che l’anima saprebbe tinteggiare e che di sicuro renderebbe il tutto leggero e più sfumato. Approfittiamo di queste ferie per restituire all’anima la giusta dimensione, riequilibrando il peso della ragione a vantaggio di quella purezza emotiva che esprime le giornate con un’unità di misura più sostenibile e che, nonostante non possa annullare la quantità di impegni che ci portiamo necessariamente dietro, può di sicuro allentarne la trama e vivacizzarne il senso. Le vacanze siano un momento in cui la nostra quotidianità diventi un armonico mix di prosa e poesia, una lirica in versi con parafrasi a fronte.
edito dal Quotidiano del Sud