Luxuria a Montevergine per la Candelora: il Pontefice usa un linguaggio nuovo. Dalla destra troppe bugie sull’ideologia gender

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“Ogni volta che compro una nuova agenda, la prima data che segno è quella della Candelora. E’ quasi un impegno istituzionale. Venire qui mi fa stare bene”. Lo sottolinea con forza Vladimir Luxuria, attivista per i diritti LGBTQI+, che sarà ancora una volta a Montevergine il 2 febbraio in occasione della Candelora nel segno di una tradizione ormai consolidata “E’ una partecipazione che va al di là della richiesta di protezione a Mamma Schiavona. La fede non può essere un do ut des, non può essere legata a uno scambio utilitaristico. La Vergine ha contribuito alla mia conversione, mi ha fatto conoscere un mondo bellissimo, da preservare, che è questo rito. Ecco perchè ogni anno scelgo di tornare a Montevergine”.

La Candelora è diventata negli anni anche un’occasione per rivendicare diritti per la comunità lgbtq e portare avanti battaglie contro le discriminazioni

Le battaglie si fanno con i pride, i cortei e le manifestazioni. La Candelora è, piuttosto, uno spazio in cui la nostra preghiera si leva più forte a Mamma Schiavona, in cui chiedere alla Vergine che la società diventi meno violenta e omofoba, più rispettosa degli altri. La speranza è quella di costruire una società in cui non esista una scala gerarchica nell’amore, sulla base dell’orientamento sessuale, in cui non ci siano amori di serie A o di serie B. Lo sguardo misericordioso della Vergine abbraccia tutti

 

Anche nel Vaticano si è aperta una riflessione sulle questioni legate ai diritti della comunità lgbtq

Il processo di riflessione cominciato in seno al Vaticano mi dà speranza. E’ chiaro che esistono differenti correnti all’interno della Chiesa e tanti sono contrari alla ventata progressista guidata da Papa Francesco. Ma le parole del Pontefice sulla possibiità di  impartire una benedizione alle coppie gay sono già una forma di riconoscimento, sono un passo in avanti. Quando ribadisce che le trans sono figlie di Dio, come tutti gli esseri umani, usa un linguaggio nuovo. E’ la conferma che si può rompere quel muro divisorio tra noi e la Chiesa, che le preghiere che trans e gay rivolgono a Dio, se sono recitate col cuore puro, arrivano alla Vergine. Era quello che ho sempre chiesto a Mamma Schiavona

Sarà la prima Candelora senza Marcello Colasurdo. Sarà un’assenza che si avvertirà con forza

Marcello c’è, la sua sarà una presenza non fisica ma sprituale forte che ci accompagnerà durante il rito della Candelora. Farò riecheggiare il suo canto, la sua voce nella mia testa e nel mio cuore. Lui sarà lì con noi

Cosa ti preoccupa di più della propaganda della destra sulle questioni legate ai diritti della comunità lgbtq?

Mi preoccupano le tante bugie sull’ideologia gender, l’idea sbandierata dalla Destra che, se si parla di temi di contrasto all’omofobia, è perchè si vogliono convertire, in qualche modo, gli adolescenti. E’ un’idea veramente mistificatrice

Che legame hai con l’Irpinia?

Un legame forte, qui trovo calore, affetto, mi sento a casa. E quest’anno non sarò qui da sola. Anche per questo voglio dire grazie a Mamma Schiavona