M5S, rapida diminuzione di consensi?

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Per la prima volta, nei giorni scorsi, i consensi della maggioranza (e di Salvini) sono leggermente calati nei sondaggi riservati. La Lega, tuttavia, continua ad avere il vento in poppa. Le indecisioni del M5S su Tav e Ilva rischiano però di accrescere le difficoltà leghiste al Nord. Per il M5S, invece, il calo è costante degli ultimi mesi. E quanto sta accadendo tra i suoi parlamentari ed elettori dimostra una portata più strategica. Conseguenza di mancanza di chiarezza negli obiettivi politici. E di insufficiente determinazione nel perseguirli. Un mix che potrebbe portare a una forte e rapida diminuzione dei consensi conseguiti, nella sua finora vittoriosa cavalcata, dal movimento grillino.

Molti fattori minacciano di pesare sulle sorti del M5S. La dissidenza parlamentare, che potrebbe diventare una vera fronda. I duri contrasti con l’alleato sul delicato tema della prescrizione. Il clamoroso mutamento di posizione sul gasdotto salentino, fortemente voluto dagli Usa. La battaglia isolata (e invisa alla Lega) contro la Tav, la ferrovia Torino-Lione. Le indecisioni sul ponte di Genova, con Autostrade che potrebbe rientrare dalla finestra. Lo scoppio di proteste, come in Puglia e a Niscemi in Sicilia (contro il sistema satellitare militare Usa), con incendi di simboli del movimento e distruzione di tessere elettorali. Il graduale allungamento dei tempi e le difficoltà per il varo del reddito di cittadinanza. La contrarietà del M5S rispetto a tutte le grandi opere, per il timore di corruzioni, ma in forte controtendenza rispetto alla conclamata necessità di rimettere in moto l’edilizia pubblica. I numerosi condoni per gli evasori, indigeribili per chi gridava “Onestà, onestà”! L’abbandono di ogni forma di discussione interna. Il tramonto delle consultazioni on-line. Infine, la situazione di degrado di Roma con la precaria condizione della Raggi in caso di condanna.

A questi fattori si aggiungono quelli di natura strettamente politica. A cominciare dall’assenza di una vera struttura collettiva di direzione, capace di dettare una linea condivisa. E di assorbire gli eventuali dissensi. Dopo la fine silenziosamente ingloriosa del direttorio, il ruolo solitario di capo politico di Di Maio (peraltro maldigerito da non pochi) appare sempre più insufficiente a garantire l’efficacia e la tenuta delle sue scelte. Anche per la sua tendenza a costruire intorno a sè un giglio, stavolta campano. In qualche caso, le correzioni di linea sono state garantite solo dall’intervento del padre nobile Grillo, alla fine esautorato quando ha attaccato il Capo dello Stato. Sono peraltro forti, anche se non sempre evidenti, i malumori dell’ala più movimentista, come dimostrano alcune prese di posizione del Presidente della Camera Fico, ad esempio sul’accoglienza. E su tutto questo continua ad aleggiare l’ombra del sub-comandante destrorso Di Battista. A completare il quadro non soddisfacente, le gaffe di alcuni ministri, da Toninelli, alla Lezzi, alla Grillo e le finora scarsissime prestazioni (anche televisive) di altri, come della vice-ministra Castelli.

Ora il cerchio si stringe. Dopo il rifiuto di Mattarella per un rimpasto di governo, il M5S dovrà continuare con la squadra attuale. Con un uomo solo al comando. Incapace di spiegare ai suoi elettori che non è possibile ottenere tutto. E con truppe spesso impreparate. Mandate allo scontro senza una precisa strategia. Il rinvio al prossimo anno dell’operatività dei provvedimenti più impegnativi, come la riforma delle pensioni e i ritardi nel reddito di cittadinanza diminuiranno la spesa e forse placheranno le ire della Commissione europea, ma ridurranno il bottino che il M5S potrebbe spendere subito elettoralmente. Dopo la seconda lettera dell’Ue e l’energico richiamo di Mattarella a Conte sulla necessità che la manovra non danneggi i risparmi degli italiani, i margini di azione dell’esecutivo si sono ulteriormente ristretti. Perciò potrebbero rafforzarsi le tentazioni salviniane, anche per le difficoltà del M5S, di andare presto allo show-down elettorale. In alternativa, si prospetta per i partner una vita da separati in casa, in una paralizzante atmosfera di diffidenza e di contrasti sempre più forti!

di Erio Matteo edito dal Quotidiano del Sud