M5S, serve una scelta di campo

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Essere o non essere un partito politico? Questo è il problema nel quale si dibatte il Movimento cinque stelle. Era nato – nell’intuizione di Grillo e nella piattaforma di Gian Roberto Casaleggio- come movimento all’insegna del Vaffa, contro i partiti, la casta, il modo di fare politica, l’accaparramento delle poltrone, la corruzione pubblica, lo scempio dell’ambiente. I suoi obbiettivi erano l’onestà, la non professionalità della politica (al massimo due mandati nelle cariche elettive!), la trasparenza e il disinteresse personale. In pochi anni ha capitalizzato un consenso elettorale senza precedenti e, ancora impreparato e acerbo, si è trovato ad essere il primo partito con oltre il 30% dei voti. Nessuna maggioranza è risultata possibile senza i suoi voti e ha dovuto assumersi una funzione di governo, alla quale non era preparato e in stridente contrasto con la sua natura di movimento, senza un’organizzazione politica o struttura sul territorio e, cosa ancora più grave, senza una cultura politica e con esponenti che si affacciavano per la prima volta nell’agone politico. Era nato in opposizione al Partito democratico e contro il berlusconismo non poteva non finire che in braccio alla Lega, quella di Salvini, populista, sovranista, antieuropea e anti euro. Ha cercato di stringere con essa un contratto notarile con il quale ognuno avrebbe perseguito i propri obbiettivi a prescindere dalla loro compatibilità e fattività. Ne è uscito stritolato con un Salvini che in un anno ha raddoppiato i suoi voti a svantaggio dell’alleato e si è sentito tanto forte che, al Papeete, ha rotto l’alleanza sicuro che si sarebbe andati a elezioni anticipate e avrebbe fatto cappotto. Così non è stato perché Grillo ha deciso una svolta radicale perseguendo l’alleanza con il PD che, in primo tempo, era riottoso. Ma di fronte ad una prevedibile vittoria delle destra estreme (Salvini/ Meloni) si è piegato all’alleanza confermando perfino il Premier Conte che è, così, passato a guidare un Governo opposto al precedente. Il M5S ha, però, continuato a perdere voti perché una cosa è fare opposizione una cosa è governare il Paese conservando le caratteristiche del movimento senza una struttura politica, una ideologia una esperienza governativa e una conoscenza delle Istituzioni. Il dilemma tra Movimento e partito politico è scoppiato con virulenza anche perché al proprio interno sono cominciate a manifestarsi opinioni diverse sui vari problemi e la ferrea disciplina e la piattaforma Rousseau hanno aumentato i disagi e gli stati d’animo verso una conduzione monocratica che ha visto in Di Maio il capo politico e il rappresentante governativo non sempre adeguato per la sua inesperienza e scarsa cultura politica. Ora è insorto Di Battista il movimentista puro della prima ora, che ha chiesto un congresso per riportare in seno al partito la discussione sull’anima del Movimento e nel desiderio di tornare alle origini, pur senza sconfessare il Governo. Grillo lo ha richiamato all’ordine nel presupposto che la scelta dell’alleanza con il PD fosse da considerarsi irreversibile. All’interno del movimento, però, non pochi pensano che si deve proteggere il Governo oggi, ma si deve anche pensare al Movimento domani. Conte fa del suo meglio per mediare ma indubbiamente l’incertezza del M5S sulla sua anima e sulle scelte e gli obbiettivi politici da perseguire costituisce un grave problema che determina la lentezza e l’incertezza delle decisioni del Governo in una fase di estrema difficoltà del Paese per la crisi che sta attraversando. Non sarebbe male che Grillo tornasse in campo e desse una sterzata vigorosa alla riforma del Movimento verso una dimensione di un vero e proprio partito politico, pur diverso dagli altri e rafforzasse l’alleanza con il PD anche sul territorio. Con una legge elettorale, anche proporzionale, la demarcazione tra Destre estreme e sovraniste e Centro sinistra moderato e riformista, resta lo spartiacque della nostra democrazia e il M5S deve fare una precisa scelta di campo se stare con le destre o con il Centro Sinistra. Non c’è molto tempo da perdere!!

di Nino Lanzetta