Montoro, “un’emergenza ambientale ignorata”

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Era il 7 gennaio 2014 e nelle strade di Montoro si vedevano cittadini con le taniche ed autobotti cariche d’acqua dei Vigili del fuoco. A cinque anni di distanza da quella data le autobotti per strada non ci sono più. Ed i pozzi idrici chiusi nel 2014 per la presenza di tetracloroetilene sono stati riaperti ma solo grazie all’installazione di filtri a carboni attivi che depurano l’acqua che beviamo.  E’ rimasta però la contaminazione della falda acquifera. Inizia così la nota a firma dell’ex amministratore Francesco Tolino, del consigliere comunale Salvatore Carratù e Renato Siniscalchi (Si)

Cinque anni di emergenza ambientale che ancora non trova una risposta da parte delle istituzioni. Siamo ancora al piano di caratterizzazione che dovrà essere attuato e che servirà a capire l’origine della contaminazione e la sua estensione.

Per la bonifica, però, ci vorrà altro tempo ed altri quattrini. Cinque anni di nulla in barba al fatto che, stando alla letteratura tecnica, la caratterizzazione andrebbe effettuata nelle settimane immediatamente successive allemergere del fenomeno inquinante,  ed inoltre anche una modesta quantità di PCE può costituire una sorta di    serbatoio    in grado di determinare un    inquinamento costante e diffuso. Nelle acque sotterranee l’assenza di luce ne impedisce l’ossidazione fotolitica e le elevate pressioni ne riducono drasticamente la volatilità: il risultato è un aumento dei tempi di permanenza che compromettono la qualità delle risorse idriche per tempi molto lunghi.

Comuni – la contaminazione riguarda anche Solofra – , Regione , Ato(ente peraltro in dismissione) però si sono concessi il lusso, ed ancora lo fanno, di attendere non si sa bene cosa.

Il territorio ha bisogno di risposte e di interventi concreti non di “rassicurazioni” che periodicamente arrivano da Regione e sindaci . Rassicurazioni alle quali però non seguono i fatti.

Come pure è necessario chiedere all’Arpac un monitoraggio della condizione ambientale dei corpi idrici. I dati di Legambiente sulla  Solofrana descrivono la lenta agonia di un torrente che sta morendo. La priorità è dunque la bonifica del corso d’acqua, il contrasto agli sversamenti abusivi civili ed industriali e non certo la realizzazione di vasche di laminazione.

Sul queste ultime , invece, assistiamo al solito balletto: si attua il progetto, non si attua il progetto, si modifica il progetto …

Gli stessi Enti già citati continuano su percorsi ignoti alla popolazione: la Regione non ascolta i territori, il Comune di Montoro cambia versione a seconda dell’attenzione mediatica! Se questa è alta, allora si è contrari alle vasche e si spediscono lettere accorate ad ogni Istituzione, se l’attenzione scema, per alcuni consiglieri diventano addirittura un’opportunità …

Nel luglio 2013, l’Amministrazione di Montoro Inferiore aveva assunto una posizione chiara di contrapposizione, anche giudiziaria. L’amministrazione di Montoro ha pubblicato una deliberazione del C.C. del 3 novembre 2014 dalla quale non si capisce quale sia la posizione assunta.

L’assessore all’ambiente di Montoro Inferiore era l’attuale delegato all’ambiente di Montoro … cambia solo l’opinione.

Il dato di fatto, come confermato dalla cronologia delle alluvioni, è che nella parte alta del corso della Solofrana gli interventi per mitigare il rischio idrogeologico vanno attuati a monte , per cui le vasche sarebbero un inutile spreco di risorse e ulteriore sfregio al territorio.

Occorre assumere una posizione chiara e chiedere interventi definiti, senza tatticismi ed ipocrisie. Solo questo può portare giovamento alla Comunità.