Processo Aste ok, il Maggiore Russo ricostruisce in aula l’accordo tra le parti sulle aggiudicazioni

Nella giornata di oggi ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall'inchiesta "Aste ok" del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napo

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Nella giornata di oggi, presso il Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduta dal presidente Dott. Roberto Melone, a latere Gilda Zarrella e Vincenza Cozzino, ha avuto luogo una nuova udienza per il processo nato dall’inchiesta “Aste ok” del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d’illeciti che vede protagonista il Clan Partenio.

Nell’udienza di oggi il Tribunale di Avellino ha preso la decisione di stralciare la posizione di Mario Gisolfi, 64enne di Montoro a causa dell’impedimento del suo avvocato di fiducia, l’avvocato Rosaria Vietri, che non ha potuto partecipare all’udienza per motivi personali.

Nella giornata di oggi è ripreso il controesame  del Maggiore Quintino Russo, ex comandante del Nucleo Investigativo responsabile delle indagini riguardanti il Clan Partenio e le presunte attività illecite ad esso associate.

L’escussione del Maggiore Russo è iniziata ricordando il momento in cui la principale testimone del processo ha discusso con uno degli esecutati, incoraggiandolo a denunciare alle Guardie di Finanza le attività di Livia Forte e Aprile Armando Pompeo. Successivamente, il militare ha continuato a fornire una descrizione dettagliata dello svolgimento di alcune aste che sono state oggetto dell’indagine e  ha ricostruito anche il momento dell’aggressione di Nicola Galdieri alla supertestimone; quando l’afferrò per il bavero del cappotto, sferrandole uno schiaffo.

Poi l Maggiore  dei carabineri in aula  senza esitazione, ha ribadito per l’ennesima volta l’accordo  siglato sulle aste giudiziarie  tra le parti, secondo il quale i Galdieri ricevevano una commissione del 33% quando portavano il cliente, mentre ricevevano il 20% quando intervenivano solo per indirizzare le aste.

Infine, il Pubblico Ministero ha posto al Maggiore Russo alcune domande sulle valutazioni che l’ufficiale ha effettuato durante l’indagine. In particolare, è stato chiesto al Maggiore Russo di condividere le sue considerazioni riguardo all’operazione di infiltrazione nel contesto complesso del Tribunale e, più specificamente, nell’area in cui si svolgevano le aste. In particolare, ha sottolineato che, data la complessità dell’ambiente del Tribunale e l’area delle aste, sarebbe stato estremamente difficile inserirsi senza destare sospetti o attirare l’attenzione. Queste considerazioni hanno indirizzato l’operato del Nucleo Investigativo nella scelta delle strategie da adottare per condurre l’indagine in modo efficace.

 

Successivamente, è iniziato il controesame condotto dall’avvocato Alberico Villani, difensore di fiducia di Armando Aprile.  In particolare, il penalista ha posto al carabiniere una serie di domande con lo scopo di capire gli interventi effettuati dagli imputati per ostacolare la partecipazione di terzi alle aste, in base alle attività investigative svolte. Russo, ancora una volta, ha specificato che, dopo il blitz e i numerosi arresti effettuati, molte persone si presentarono spontaneamente in caserma per denunciare di aver subito pressioni da parte dei gruppi criminali. Sotto l’incalzante interrogatorio dell’avvocato Villani, il Maggiore Russo ha fornito una dettagliata descrizione delle conversazioni e dei contatti avvenuti tra Aprile e la testimone chiave del processo. L’ufficiale ha esposto con attenzione ogni singolo dettaglio, offrendo una panoramica completa degli scambi avvenuti tra le parti coinvolte. Dalle conversazioni in  emerge chiaramente il tentativo da parte della donna di risolvere alcune controversie direttamente legate alkll’ oggetto dell’indagine.

Dopo è stata la volta dell’avvocato  Claudio Mauriello, difensore di fiducia di Damiano Genovese, ad interrogare il Maggiore Russo. Il penalista ha chiesto all’ufficiale del famoso momento in cui Galdieri aveva richiesto a Genovese di informarlo su tutte le aste giudiziarie imminenti, dimostrando ancora una volta la volontà di Galdieri di tenere sotto controllo l’attività di Livia Forte. Per realizzare tale obiettivo, Galdieri aveva incaricato proprio Damiano Genovese, dicendogli: “Metti un orecchio a terra!”. Tuttavia, l’avvocato Mauriello ha posto al Maggiore Russo la domanda cruciale per comprendere se effettivamente fossero pervenute informazioni in grado di confermare che Genovese avesse portato a termine tale richiesta. Russo ha risposto che, almeno formalmente, ciò non era avvenuto. Nel rispondere alle domande dell’avvocato Mauriello, il Maggiore ha fornito una chiara spiegazione della posizione di Genovese, ricordando anche elementi cruciali dell’inchiesta, come l’attentato subito da Genovese e il celebre “bacio” con Pagano Beniamino.

Il controesame è proseguito con le domande degli avvocati Nicola D’Archi e Claudio Botti, difensori di fiducia di  A.B. I legali hanno approfondito la fase dell’indagine riguardante i presunti abusi edilizi e l’eventuale influenza di tali abusi sulla vendita degli immobili all’asta. Il militare ha risposto che, sebbene fosse a conoscenza delle indagini in corso da parte dei carabinieri di Solofra, non poteva confermare se la presenza di problemi edilizi avesse avuto un impatto sul regolare svolgimento delle aste giudiziarie.

L’escussione prosegue, ancora, con il controesame dell’Avvocato Carlo Taormina, difensore di fiducia di Gianluca Formisano. Riguardo alla posizione dell’imputato, il Maggiore Russo ha fornito dettagli sulle connessioni tra Formisano e la testimone chiave dell’accusa. Il carabiniere ha inoltre descritto il contenuto delle aste oggetto dell’attività investigativa, che avrebbero coinvolto anche Gianluca Formisano, e ha illustrato i successivi accertamenti condotti dall’Arma.

Altro controesame della giornata è stato quello dell’avvocato Gaetano Aufiero, difensore di fiducia di Nicola Galdieri, Carlo Dello Russo e Pagano Beniamino. Durante l’interrogatorio, il Maggiore ha ribadito all’avvocato Aufiero che non ci sono stati contatti diretti tra G Mario isolfi e Nicola Galdieri o Carlo Dello Russo. Successivamente, l’avvocato Aufiero ha chiesto chiarimenti sulla vicenda dell’assegno di 5.000 euro consegnato ad Aprile Armando il 4 gennaio 2019. In particolare, il penalista ha cercato di capire se la consegna dell’assegno è stata richiesta da Aprile Armando o se sono stati gli esecutori a proporre la consegna di tale importo.

La prossima udienza, adesso, è attesa per il 12 luglio 2023.