Quando Napoli era il cuore dell’arte internazionale, da Warhol a Haring: nei manifesti il miracolo di Lucio Amelio e della sua galleria

Inaugurata al Carcere Borbonico la mostra promossa dall'associazione "Kaos 48"

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“Dietro ciascuno di questi manifesti c’è una storia che meriterebbe di essere raccontata. E’ la storia di una mostra ma della ricerca di un artista e del legame con la città di Napoli”. Così Fabrizio Scomparin, fondatore di Kaos48, spiega l’idea da cui nasce la mostra “Manifestando”, inaugurata questo pomeriggio al Carcere Borbonico di Avellino, dove resterà fino al 24 giugno, nell’ambito della rassegna promossa dall’amministrazione provinciale. La mostra conta circa settanta opere tra “manifesti” e “riviste” di artisti che hanno frequentato Lucio Amelio tra gli anni ’70 e ’90 del Novecento, presso la sua galleria in Piazza dei Martiri a Napoli. Artisti del calibro di Andy Warhol, Joseph Beuys, Jannis Kounellis, Robert Mapplethorpe, Keith Haring e Cy Twombly, alle loro opere si affiancano alcuni oggetti espressione della poliedrica creatività di Lucio Amelio.

“Ci siamo accorti – prosegue Scomparin -che questi manifesti, tenuti a lungo in un deposito, erano diventati negli anni oggetto di culto. Quando Lucio Amelio organizzava una mostra ne faceva stampare circa 5000, poichè rappresentavano l’unico modo di pubblicizzare l’evento. Andavano letteralmente a ruba. Poi, col tempo, sono diventati sempre più rari e in tanti hanno cominciato a cercarli e collezionarli, di qui l’idea di riunirli in un’unica mostra che raccontasse il ruolo cruciale della galleria di Gianni Amelio a Napoli, autentico riferimento dell’arte internazionale negli anni ’80. I grandi protagonisti del mondo dell’arte portavano qui le loro opere e creavano per l’occasione un’opera speciale per la città di Napoli”. Quindi si sofferma su una foto raffigurante Andy Warhol in compagnia di altri artisti al City Hall “La foto fu scattata durante la festa che seguì all’inaugurazione della mostra, capace di riunire Andy Warhol, il grande espontente della pop art e Joseph Beuys, protagonista di una concezione dell’arte più sociale a Napoli. Tra i manifesti c’è anche quello della rassegna Terrae Motus, dedicata al terremoto dell’Irpinia. All’indomani del sisma Lucio Amelio lanciò un appello agli artisti perchè realizzassero delle opere capaci di raccontare la tragedia del sisma. E’ oggi la più grande collezione privata d’Europa, custodita alla reggia di Caserta”

A caratterizzare l’inaugurazione della mostra la proiezione di un documentario sperimentale dal titolo InTheArt prodotto da C4C: un duello dal sapore western. Un viaggio nella percezione di una forma d’espressione tra le più discusse, declinate ed interpretate da critici e fruitori amanti della bellezza. InTheArt si propone di indagare le reazioni umane alla visione delle opere d’arte dal ‘70 ai giorni nostri.