Roberto: comunista galantuomo

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Per lui la politica era “la più alta delle funzioni umane”. Roberto Ziccardi, scomparso ieri, ci credeva fermamente e da comunista coerente ha speso la sua vita per l’unità della Sinistra. Lo ricordo, tra l’altro, una mattina di sole a Palermo con Pietro Ingrao a discutere della sanità e della sua crisi nel Mezzogiorno. “La sanità -disse- non è solo posti di lavoro; non è possibile tagliare solo risorse; un servizio integrato e organizzato necessita di un modello di riferimento”. Quanto oggi questo suo lontano pensiero sia attuale è nella ricerca di un modello di sanità territoriale vicino al cittadino. Essere comunista in uno dei maggiore feudi democristiano è stato per Roberto una spinta generosa alla competizione. Intellettuale rigoroso, dialogante con il potere senza mai farsi condizionare, il suo sogno coltivato fino all’ultimo è stato quello di “costruire un’alternati – va alla destra con un’area di sinistra composta da due, massimo tre forze capaci di colloquiare tra loro”. Ingenuità e curiosità avevano temprato il suo carattere di uomo mite e apprezzato manager. Ha collaborato con questo giornale offrendo alla comunità proposte di largo respiro. Con Michele D’Ambrosio, Angelo Giusto, Raffaele Aurisicchio, Barrasso, Peppino Moricola e altri ancora aveva combattuto da sinistra per la sinistra del popolo. Addio amico mio. 

di Gianni Festa