Se il Pd irpino ci mette la faccia vergognandosi 

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Mi scrive un lettore ex democristiano, oggi nel Partito democratico, con parole di grande indegno per quanto si vocifera sulle candidature del suo partito in Irpinia. Dice di essere un elettore del Pd da sempre, ma che stavolta proprio non gli va di barattare il suo voto per decisione di una classe dirigente che ha messo il partito in svendita. E motiva questa sua decisione con il fatto che alcuni rappresentanti di altri partiti, come l’esponente ex Dc, poi, Margherita, poi ancora Udc e oggi Civica e Popolare, Giuseppe De Mita, si appresterebbe ad allearsi con il Pd in Alta Irpinia, dove gli sarebbe assicurato un successo, grazie alla desistenza del popolo democrat. Il lettore riporta anche il pensiero del sottosegretario Umberto Del Basso De Caro il quale non ha fatto mistero del suo disgusto se il suo partito, per effetto di un’alleanza elettorale, dovesse piegarsi al diktat romano. Come si fa ad accettare la candidatura di chi ha sempre sostenuto l’inesistenza del Pd in Irpinia e in Italia (ricordate lo scontro in Tv Matteo Renzi-Ciriaco De Mita) e poi – afferma il nostro interlocutore – porgere il retro a chi ne riscopre l’esistenza solo in piena campagna elettorale? La conclusione è lapidaria: “io non ci metto la faccia”, dice il nostro lettore che con orgoglio rivendica la sua coerenza. Che dire? Usiamo le parole del grande Leonardo Sciascia che ben aveva analizzato il comportamento delle facce di bronzo, affermando: a ciascuno il suo.

di Gianni Festa edito dal Quotidiano del Sud