Sfida a due sul Bilancio

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La manovra economica 2019 inizia il suo iter parlamentare in un momento delicato della vita del governo e di tensione fra i partiti della maggioranza. Autorizzando la presentazione alle Camere del disegno di legge di bilancio, il Presidente della Repubblica ha messo nero su bianco due espliciti richiami: alla necessità di garantire la stabilità finanziaria, premessa per la difesa del risparmio degli italiani, e all’esigenza di sviluppare – anche nel corso dell’esame parlamentare – il confronto e un dialogo costruttivo con le istituzioni europee. La risposta del presidente del Consiglio è stata pronta e rispettosa: “L’interlocuzione tra il governo italiano e la Commissione europea avviene nel contesto di un dialogo proficuo e costante”, con “il comune intento di lavorare alla stabilità dei conti pubblici e alla tutela del risparmio”; ma al di là delle formalità, lo scambio epistolare denota una preoccupazione del Capo dello Stato e una sottovalutazione da parte dell’esecutivo dei rischi di instabilità insiti nella manovra.

Mattarella fa esplicito riferimento alle “osservazioni” e alle “richieste” già avanzate dalla Commissione, e alle valutazioni formulate dall’Ufficio parlamentare di bilancio; e in entrambi i casi si tratta di giudizi negativi sulle intenzioni manifestate dal governo. A Bruxelles, l’inedita procedura per una bocciatura della manovra è stata già avviata, e difficilmente potrà essere interrotta, a meno di una clamorosa marcia indietro dell’esecutivo o del parlamento. Quanto all’Ufficio di bilancio, che è un organo previsto da una legge costituzionale con il compito di valutare il rispetto delle regole di bilancio ed assicurare l’affidabilità e la trasparenza dei conti pubblici, ha esplicitamente respinto le previsioni programmatiche per il 2019 ritenendo che l’ipotesi di aumento del Pil che giustificherebbe lo sforamento del deficit e l’ulteriore ricorso all’indebitamento, non è giustificata sulla base delle informazioni disponibili, cioè tenendo conto dell’andamento dell’economia. Previsione negativa confermata recentemente dai cattivi dati sulla crescita, che vedono l’Italia in fase di stagnazione.

Date queste premesse, che cosa può accadere nelle prossime settimane? E’ escluso, per il momento, che il governo pensi di tornare sui propri passi accogliendo le critiche di Bruxelles; e quindi su questo versante ci si può aspettare solo un raffreddamento del dialogo che pure a Roma si spera di mantenere vivo. Qui entrano in gioco le dinamiche interne alla maggioranza, perché mentre il premier Conte, a suo tempo scelto dai Cinque Stelle, vuole essere rassicurante e si propone di cercare una mediazione fra le posizioni finora inconciliabili del governo e della Commissione, il leader della Lega Salvini getta benzina sul fuoco delle polemiche e prepara per la prossima settimana una manifestazione nazionale a Roma contro “i signori di Bruxelles”. La Lega scenderà in piazza proprio mentre alla Camera cominceranno le votazioni sul Bilancio, e alla vigilia della sentenza nel processo di primo grado che vede la sindaca della Capitale Virginia Raggi imputata di falso. Formalmente i rapporti con i Cinque Stelle restano buoni, ma ultimamente Salvini non ha fatto mistero di coltivare piani ambiziosi, che mettono in allarme l’alleato. Le occasioni di scontro non mancheranno: si va dai progetti per le grandi opere (Tav in testa), al pacchetto sicurezza che è una bandiera della Lega, al blocco della prescrizione caldeggiato dai grillini; per non parlare dei contenuti veri e propri della manovra economica: reddito di cittadinanza e pensioni in primo luogo. Insomma, la sfida tra i due firmatari del contratto di governo prosegue, e nelle prossime settimane non mancheranno sorprese. Ancora una volta il Parlamento sarà un’arena di scontro.

di Guido Bossa edito dal Quotidiano del Sud