Stellantis, Palombella-Ficco (Uilm): “Un milione di autoveicoli obiettivo raggiungibile. Si apra confronto su ciascun stabilimento”

"Per ammissione dello stesso Ministero, degli 8,3 miliardi assegnati al settore automotive dal precedente Governo - dichiarano Palombella e Ficco - ne restano circa 6 a disposizione; a questi si aggiungono molte altre risorse che indirettamente possono concorrere a supportare le trasformazioni industriali e che quindi possono andare anche ad industrie automotive"

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Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, Segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, al termine dell’incontro tenutosi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, rilanciano sul futuro di Stellantis, ma pongono l’accento sul confronto diretto con i singoli stabilimenti:

Con i nuovi lanci e includendo i veicoli commerciali l’obiettivo di un milione di vetture è alla portata, giacché già quest’anno la produzione complessiva di Stellantis dovrebbe attestarsi fra 700 e 800 mila veicoli. Ma noi chiediamo che si passi dalle dichiarazioni di principio ai fatti concreti, confrontandoci stabilimento per stabilimento a partire dal caso più urgente di Termoli. Speriamo che il passaggio alla operatività possa essere favorita dalla suddivisione dei lavori in cinque tavoli tecnici, dedicati rispettivamente a volumi e produzione, a competitività e efficientamento produttivo, a ricerca e innovazione, a supply chain e componentistica, a occupazione e formazione“.

Condividiamo l’approccio del Governo – proseguono Palombella e Ficco – alle politiche europee sulla transizione all’elettrico, caratterizzato da maggiore pragmatismo e minor furore ideologico. La Cina, che si badi è più avanti di noi sulle auto elettriche, sta adoperando il metodo di ‘tastare le pietre mentre si guada il fiume’, vale a dire di progredire gradualmente alla luce dei risultati conseguiti in concreto; in UE prevale invece l’illusione del progresso per decreto, che pensa di risolvere i problemi a suon di divieti e di obiettivi astratti. La posizione del Governo italiano ha già aperto qualche breccia in sede europea, ad esempio sullo standard di motore euro 7, ma speriamo che risultati più rilevanti possano essere conseguiti nel prossimo futuro, ad iniziare dalla affermazione del principio di parità tecnologica che ci deve portare a misurare le ricadute inquinanti durante intero ciclo di vita dei prodotti e non solo nella fase di circolazione“.

Quanto al rilancio della produzione nazionale, in sede sindacale – spiegano Palombella e Ficco – abbiamo già raggiunto l’obiettivo di definire una missione industriale per tutti gli stabilimenti italiani, da ultimo con i cinque modelli di Melfi, con la piattaforma Large di Cassino e con Il Green Campus e l’Unità di economia circolare di Torino, ma speriamo che il tavolo ministeriale possa aiutarci a migliorare o comunque a chiarire alcuni aspetti importanti del piano industriale. In particolare, il contributo del Governo può essere decisivo per garantire la piena tutela occupazionale per i lavoratori di Termoli coinvolti nella riconversione da fabbrica di motori in fabbrica di batterie, tanto più che si tratta di un progetto supportato con ingenti contributi pubblici. Più in generale chiediamo di confrontarci stabilimento per stabilimento, compresi gli enti di ricerca e di amministrazione, per conseguire obiettivi concreti. L’obiettivo di 1 milione di veicoli prodotti in Italia a ben vedere è alla portata, specie se si includono i circa 250 mila veicoli commerciali leggeri prodotti ad Atessa e se si considera che la produzione complessiva di Stellantis già quest’anno dovrebbe essere in netta ripresa grazie ai nuovi lanci ed alla fine della crisi degli approvvigionamenti di microchip, attestandosi fra 700 e 800 mila. Certo occorreranno incentivi che rendano accessibili ai consumatori le autovetture elettriche, imposte dalle scelte politiche UE ma purtroppo molto più costose di quelle a benzina“.

Per ammissione dello stesso Ministero, degli 8,3 miliardi assegnati al settore automotive dal precedente Governo – concludono Palombella e Ficco – ne restano circa 6 a disposizione; a questi si aggiungono molte altre risorse che indirettamente possono concorrere a supportare le trasformazioni industriali e che quindi possono andare anche ad industrie automotive. Le risorse quindi ci sono, ma vanno spese presto e bene e noi chiediamo che vengano impiegate anche a supporto delle imprese dell’indotto che stanno attraversando una fase di profonda difficoltà, sotto i colpi della concorrenza internazionale e del passaggio all’elettrico. Occorre incentivare le riconversioni industriali e rafforzare le tutele dei lavoratori, in termini sia di ammortizzatori sociali sia di riqualificazione professionale“.