Verso il Quirinale e oltre

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A distanza di una decina di giorni, le dichiarazioni del Presidente della Repubblica Mattarella  sulla sua volontà di “riposarsi” sono ancora materia di conciliaboli riservati tra politici, di accenni sfuggenti tra leader di partiti, di chiacchiericci parlamentari.

Quelle  parole serene  e chiare dopo più di sei impegnativi anni già trascorsi al vertice delle istituzioni, hanno portato alla ribalta  pubblica una scadenza fondamentale per gli equilibri politici. Infatti, l’avvicinarsi del gennaio 2022 con prevista elezione del Capo dello Stato comincia inesorabilmente a incastrarsi con i posizionamenti e le scelte delle diverse forze politiche e dei vari schieramenti. Senza contare che quella elezione sarà seguita, dopo appena poco più di un anno, dalle nuove elezioni politiche.  Destinate a cambiare, non solo numericamente per la prevista riduzione dei parlamentari, il volto delle Camere.

Perciò le dichiarazioni del Presidente della Repubblica non potevano bastare a spegnere i focolai di indiscrezioni subito divampati. Del resto, già alcune altre volte Mattarella aveva fatto cenno alla fine del suo mandato alla scadenza prevista. Come nel suo discorso di fine anno. O quando, commemorando l’ex Presidente Segni, aveva ricordato la sua proposta di introdurre esplicitamente la non-rieleggibilità del Presidente della Repubblica nel  testo della Costituzione. Con la motivazione che l’eccessiva permanenza al Quirinale della stessa persona avrebbe alimentato sospetti su scelte potenzialmente effettuate per favorire una rielezione. Con pregiudizio della figura stessa del Capo dello Stato.

Insomma, l’avvicinarsi a grandi passi della scadenza del settennato quirinalizio e delle prossime politiche è destinato a influenzare tutte le scelte che i partiti si apprestano a fare. E anche la posizione dell’attuale Capo dello Stato. Certamente, per la figura di uomo e di politico che si è rivelato essere in questi anni Mattarella, la sua ispirazione è suonata sincera e senza secondi fini.

Tuttavia, proprio il succedersi delle scadenze potrebbe rivoluzionare il ruolino di marcia delle forze politiche. Fino a far chiedere una permanenza in campo dello stesso Mattarella. Poi, la questione-età potrebbe non essere dirimente: basti pensare che Napolitano, quando ha accettato il secondo mandato, ne aveva 81 mentre Mattarella ne compirà 80 a luglio. Dirimente potrebbe essere, invece, l’insieme di questioni politiche capaci di compromettere il disegno fortemente europeista da lui voluto e perseguito  con tenacia e abilità. Un disegno che  ebbe la sua consacrazione nel rifiuto di nominare ministro, nel governo Lega- M5S, un economista come Savona che non non desisteva dal proporre  fantomatici piani di uscita dall’euro. E rischiava perciò di isolare il nostro Paese!

Quel disegno è culminato nella presa d’atto dell’impossibilità di dialogo tra le forze politiche e nel varo di un governo del Presidente presieduto da Draghi. Perciò, se questo disegno europeista (che è sfociato nel Recovery Plan) fosse minacciato, Mattarella potrebbe rimanere insensibile ad una eventuale richiesta da parte delle forze politiche di una proroga per consentire al nuovo Parlamento di eleggere il Capo dello Stato? Certo, questa ipotesi potrebbe avere pesanti ripercussioni politiche, considerato che rinviare al nuovo Parlamento l’elezione del Capo dello Stato, stando ai sondaggi, potrebbe facilitare – con la possibile vittoria del centrodestra – una sorta di en plein al vertice delle istituzioni. Soluzione rispetto alla quale Pd e M5S sono perciò a dir poco tiepidi.

In questo mare di incertezza, c’è poi la variabile del premier. Salvini ha lanciato Draghi al Quirinale per tentare di anticipare le elezioni (favorendo un candidato su cui gli altri partiti avrebbero difficoltà a pronunciarsi contro), ma con il chiaro disegno in futuro di “liberare” palazzo Chigi. La domanda però è questa: Draghi potrebbe mai accettare di buon grado di essere “rimosso” da premier mentre il Recovery Plan entra nel vivo? Per ritrovarsi con un possibile premier la cui conversione europeista è stata tanto improvvisa e  pasticciata da risultare per nulla credibile? Tutte domande, come si vede, dalle difficili risposte!

di Erio Matteo