Verso un’idea di futuro

0
1377

E’ diventato celebre l’Adda passà a nuttata di Eduardo De Filippo. Un’espressione che il grande artista fa pronunciare alla fine della sua Napoli Milionaria.  Ha raccontato lo stesso Eduardo “poche settimane dopo la liberazione mi affacciai al balcone della mia casa di Parco Grifeo a Napoli, e detti uno sguardo al panorama di questa città martoriata: allora mi venne in mente in embrione la commedia Napoli milionaria e la scrissi tutta d’un fiato, come un lungo articolo sulla guerra e le sue deleterie conseguenze” . Oggi che in tanti richiamano la situazione attuale a quella tragica fase della nostra storia la Rai sta ritrasmettendo le commedie di Eduardo, delle vere e proprie lezioni che dimostrano la grande attualità di opere immortali. Napoli e l’Italia seppero rialzarsi, cicatrizzarono le ferite e lo fecero, sempre per citare  un’altra espressione di quella Napoli milionaria “stendendo una mano l’uno con l’altro” cioè attraverso una grande solidarietà.  Per uscire da una gigantesca recessione economica nessuna nazione europea può farcela da sola occorre dispiegare strumenti comuni e condivisione fra tutti gli Stati dell’Unione. Il rischio è quello di allargare ancora di più la frattura tra i paesi dell’Europa del Nord e quelli del Sud.  Nella nostra Italia la sfida attuale è quella di passare dalla “fase 1” alla “fase 2”.  Fino a questo momento gli italiani hanno sopportato misure estreme in nome soprattutto della paura e dell’istinto di sopravvivenza che sono stati dei grandi collanti. Adesso occorre programmare una parziale ripresa soprattutto perché l’emergenza sanitaria non diventi una terribile emergenza economica. Serve l’aiuto dell’Europa e una risposta da Paese responsabile e non preda di piccole rivendicazioni. La necessità di una gestione sovranazionale di questa doppia emergenza (sanitaria ed economica) non può essere messa in discussione. È un passaggio decisivo,  il più difficile di questa lunga crisi, che rivela l’urgenza di una grande unità non a parole ma nei fatti. Manca l’idea di un sentire comune perché di quel sentire si è parte attiva, la consapevolezza di quanto la strada da percorrere sia ancora accidentata. Un orizzonte più lungo delle 24 ore in cui si consuma la rappresentazione quotidiana della nostra azione politica. Ci sarebbe bisogno di un governo coeso e di un’opposizione responsabile. In questo momento mancano entrambi. Partito democratico e Movimento Cinque Stelle restano due forze molto diverse che si sono trovate insieme in un momento particolare e anomalo. Lega e Fratelli d’Italia hanno interesse a cavalcare sentimenti anti europei e questa Europa non fa nulla per far abbassare le pulsioni sovraniste, anzi.  Insomma servirebbe un’idea di futuro che ci faccia uscire da questa cappa di propaganda che ci ha accompagnato negli ultimi venticinque anni della nostra Repubblica. Non solo il governo ma come ha scritto Alessandro De Angelis: regioni, imprese, categoria, Comuni: il fragile patto sociale italiano, già pressoché saltato negli anni in cui la crisi ne ha messo in discussione i suoi storici pilastri – la spesa pubblica, la tenuta del ceto medio, resistenza delle piccole e medie imprese – è da reinventare, prima che ognuno viva il proprio interesse come contrapposto a quello degli altri, anche all’interno della stessa categoria. In questa fase, non oltre.  Al momento il governo ha stanziato con due diversi decreti 750 miliardi per assicurare liquidità alle imprese. In realtà lo Stato non tirerà fuori tutti questi soldi che sono in pratica l’ammontare di finanziamenti che le banche possono concedere alle imprese con la garanzia dello Stato.  In tanti hanno subito sottolineato la necessità di controlli rigorosi sulle aziende che accedono ai prestiti garantiti. Per fare passare la nuttata queste misure sono importanti ma certamente non risolveranno tutti i problemi.

di Andrea Covotta