Zarrella racconta Carlo Gesualdo: i segni dell’uomo, i segni del cielo

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Un ulteriore tassello del percorso di ricerca dedicato a Carlo Gesualdo. E’ il volume “Carlo Gesualdo, i segni dell’uomo, i segni dei tempi, i segni del cielo” di Michele Zarrella. Il volume parte da un’analisi accurata delle misure orarie nelle varie epoche per dimostrare che il duplice assassinio di Palazzo San Severo a Napoli non è avvenuto nella notte fra il 16 e il 17 ottobre 1590 e che la morte del Principe sarebbe avvenuta a Gesualdo il 7 settembre 1613.

Zarrella ripercorre la vita del Principe dei musici in corrispondenza con gli eventi astronomici, le sue opere musicali e architettoniche, le peripezie dell’armatura di Carlo Gesualdo, e della stemma di Casa Gesualdo con leone rampante e nove gigli intorno. Grande attenzione è rivolta alle profondità vertiginose dell’espressione lirica fino alla domanda che si pone per l’altro codice universale, la matematica: la musica è stata inventata o è stata scoperta?

A caratterizzare il volume anche la pubblicazione del protocollo in cui la Proloco Civitatis Jesualdinæ chiedeva al sindaco di Avellino la richiesta che il teatro della città venisse intitolato a Carlo Gesualdo. Tra le ipotesi che prendono corpo anche quella che la salma del Principe tumulata a Gesualdo nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie non sia stata rimossa.

Un libro che è anche un omaggio al borgo medioevale, al castello e dal paesaggio gesualdino che invitano il lettore a fare un viaggio a Gesualdo: uno dei borghi più belli d’Italia.

“Questo libro – spiega Zarrella – è stato necessario per precisare alcune date storiche della vita di Carlo Gesualdo (la data della morte della madre Geronima Borromeo, la data del duplice assassinio della moglie Maria d’Avalos e dell’amante Fabrizio Carafa, la data della morte del Principe stesso). E’ stato necessario per lasciare ai gesualdiani , ai gesualdini, alle giovani generazioni la mia esperienza di segretario della Pro loco Civitatis Jesualdinæ e di vicepresidente della Fondazione Carlo Gesualdo affinché, almeno le parti più salienti diventino patrimonio pubblico. Questo libro è stato necessario per documentare il mio amore per Gesualdo: Uno dei borghi più belli d’Italia.