Zia Lidia, le associazioni protestano: escluse dalla gestione dell’Eliseo

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Voci a confronto in occasione dell’appuntamento conclusivo della rassegna

 

Giunge al termine la tredicesima edizione della rassegna cinematografica dello ‘Zia Lidia Social Club’, ospitata nella Sala Coro del Teatro ‘Gesualdo’ di Avellino. Nata nell’abitazione privata della compianta zia Lidia, da cui l’associazione ha ereditato il nome, la passione di un gruppo di giovani innamorati del cinema si è trasformata, negli anni, grazie all’entusiasmo della prima nipote,  Michela Mancusi, in un riferimento culturale per tutta la provincia di Avellino. Iniziative a base di cinema di qualità, passione per il territorio e spirito di comunità. Nella serata conclusiva, la proiezione  delle pellicole ‘Sarà il mio tipo?’ di Lucas Belvaux e ‘Dobbiamo parlare’, di Sergio Rubini, presentate da Michele Fumagallo, giornalista de ‘Il Manifesto’ e appassionato di cultura cinematografica, è stata l’occasione per riflettere e fare il punto sullo stato della cultura in città. Anche il presidente dell’Istituzione Teatro Comunale, Luca Cipriano, ha voluto partecipare. Tante le associazioni presenti, a testimonianza della necessità di fare rete e coinvolgere  la cittadinanza per alzare la voce: è’ ora di ottenere risposte dall’Amministrazione Comunale, anche sull’annosa questione dell’Eliseo. “Dopo tredici anni di Zia Lidia Social Club, ventisette di ‘Visioni’ con il Centrodonna , considerando l’impegno del Circolo ‘ImmaginAzione’ per riportare in auge il ‘Laceno d’Oro’, nel solco della tradizione di Camillo Marino, e passando per il respiro internazionale di iniziative come ‘Flussi’ dell’associazione ‘Magnitudo’, la politica deve riconoscere il ruolo delle associazioni. Chi ha sempre garantito, non solo proposte cinematografiche di qualità, ma soprattutto momenti di aggregazione e di impegno sociale, con uno sguardo ai problemi del territorio, dalle periferie all’ amianto o all’ ex Irisbus, merita di essere coinvolto nella gestione partecipata dell’Eliseo. Non escludiamo la presenza dei privati, a patto, naturalmente, di non creare un nuovo multisala.”  Così Paolo Speranza, dell’associazione culturale ‘Quaderni di Cinemasud’, nel corso di un animato dibattito in cui è emersa la volontà di fare fronte comune per creare un polo culturale in cui i giovani di Avellino e provincia possano riconoscersi e trovare sbocchi occupazionali. “ Siamo perplessi, -commenta Antonio Spagnuolo di ‘ImmaginAzione’- non si comprende come sia possibile che, dopo tanti soldi spesi per dotare la struttura di poltrone autoriscaldanti, non si trovino i fondi per acquistare un proiettore. Noi andiamo avanti: il ‘Laceno d’Oro’ si farà.”  Vittoria Troisi del ‘Centrodonna’  ha sottolineato il valore simbolico dell’Eliseo, quale luogo identificativo della storia culturale della provincia di Avellino. Il suo significato di bene pubblico, che non appartiene solo al Comune, ma a tutta la città. “E’ la gente che deve far vivere i luoghi,-dichiara- e questa è un’occasione di democrazia partecipata per segnare un passo nuovo. Non aspetteremo che siano altri a decidere per noi. I riconoscimenti e le medaglie non ci bastano più.”  Nonostante il muro di silenzio alzato dall’Amministrazione Comunale,nonostante la fatica, ciò che prevale è la volontà di resistere, al netto della stagione cinematografica dello Zia Lidia, che registra, tra mille difficoltà, un grande successo di pubblico.” Non è stato possibile vedere ‘Vergine giurata’ di Laura Bispuri, -conclude Michela Mancusi- né ‘Montedoro’ di Antonello Faretta; il critico Valerio Caprara ha disdetto il suo impegno all’ultimo momento, ma abbiamo visto ‘Non essere cattivo’ di Claudio Caligari e abbiamo ospitato, tra gli altri, Maurizio Braucci, lo sceneggiatore di Gomorra,  uno degli autori più importanti del cinema nazionale.” Grazie, Zia Lidia, per aver messo un punto, con l’augurio di iniziare daccapo, con rinnovato entusiasmo.