Aiello e l’umanizzazione della sanità: le amministrazioni siano al servizio dei cittadini. Necessario fare gioco di squadra

Una rete di assistenza che unisca il Moscati e la diocesi. E sulla polemica con la comunità di Capocastello: strumentalizzate le mie parole

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E’ stata l’occasione per ribadire il valore del bene comune la lezione sull’umanizzazione in sanità, tenuta questa mattina all’ospedale Moscati dal vescovo di Avellino Arturo Aiello, in occasione della Giornata del malato. Inevitabile il riferimento alle  elezioni amministratibe “Le amministrazioni devono essere al servizio dei cittadini, non devono essere centrate sulle singole persone. E’ necessario un gioco di squadra”. Per poi ribadire la piena solidarietà al popolo dei trattori, sottolineando che “l’agricoltura va incoraggiata. L’industrializzazione ci ha tradito. Se i prodotti coltivati vengono acquistati a pochi centesimi e venduti a prezzi esorbitanti dobbiamo chiederci se tutto questo corrisponde a giustizia”

Piena la solidarietà al senologo Carlo Iannace, condannato in Cassazione “Ha dedicato tutta la sua vita alle donne in difficoltà ed è sostenuto da migliaia di persone perché ha fatto della sua professionalità una vocazione. In maniera sperticata, sottolinea, solo al suo fianco”. Quindi l’ennesimo chiarimento sulla polemica con il Comune di Mercogliano per il riferimento ai pastori di Capocastello “che tagliano teste con la motosega” nel corso di un’omelia “Le mie parole sono state strumentalizzate. Sono stati estrapolati pochi secondi da un’omelia di oltre trenta minuti e da una celebrazione durata più di due ore. Ho già chiarito con il sindaco Vittorio D’Alessio e con il parroco di Capocastello don Vitaliano della Sala che non avevo intenzione di offendere la suscettibilità di nessuno e se l’ho fatto chiedo umilmente scusa. Ci sono già troppe guerre in giro e non è il caso di crearne di altre”.

E sulle difficoltà del Pronto soccorso: “E’ necessario un diverso quadro normativo e legislativo. Mentre l’autonomia differenziata che ci penalizza ancora di più, costringe il sud a essere ancora più sud del mondo. E’ evidente che una pervasiva rete di assistenza avrebbe sicuramente potuto attenuare la drammaticità del covid. Aiutando i medici di famiglia, in un rapporto uno a uno. Più le aziende diventano poche, più questo rapporto si allenta. Corriamo il rischio di trovarci impreparati al cospetto di una nuova emergenza come quella della pandemia”. Per ribadire come “La scienza medica deve essere sempre al servizio della vita, anche di fronte a un fallimento. C’è sempre un gesto di fiducia da parte del paziente che si affida al medico”.

A introdurre la lezione il direttore sanitario Rosario Lanzetta. Ad emergere dal dibattito la necessità da parte della sanità di rispondere ai bisogni relazionali, psicologici e religiosi dei pazienti, a partire da una rete sanitaria che sostenga anche le persone sole