Al Museo irpino nuove monete 

0
3003

Un gruppo di 101 monete, provenienti da vari centri irpini, ubicati tra le aree vallive e perimontane dell’alta, bassa e media Irpinia(1), sono state immesse nel Museo Irpino di Avellino, progressivamente dal 1973. Al fine di presentare un quadro sommario della circolazione monetale sul territorio irpino , sia pure con monete isolate da contesti archeologici noti e meno noti, ho ritenuto opportuno schedare i pezzi per ordine topografico, iniziando con il centro di Lacedonia, in alta Irpinia, fino a raggiungere Baiano nella bassa Irpinia, contiguo all’ ager abellanus. In fondo al catalogo poi sono stati aggiunti un supplemento di 15 monete della collezione Console(2) che vanno da Augusto a Teodosio, nn. 102-116, tre del vecchio fondo del Museo(3) di cui due elettri di Sicardo della zecca di Benevento ed un aureo di Alfonso I d’Aragona, nn. 117-119, ed un bronzo di Romano I, n. 120, di incerta provenienza, donato dallo studente Vietri Ilario di Avellino. La maggior parte delle emissioni sono rinvenimenti sporadici, eccetto un obolo di Fistelia, n. 73, che rientra nel contesto di un corredo di tomba (4) dalla località Piano La Sala di Carife e due bronzi di Antonino Pio nn. 91 e 101, rispettivamente anch’essi da tomba (5) dalle località S. Pietro di Taurasi e cd. Gesù e Maria di Baiano. La località S. Felicita di Rocca S Felice, che nel suo territorio comprende la Valle d’Ansanto, è quella che ha restituito il maggior numero di monete sporadiche (6) rispetto agli altri centri irpini, complessivamente 67 in bronzo nn. 6-72, quasi tutte in pessimo stato di conservazione per cui non è stata possibile una classificazione completa e precisa; le classificate sono 40 e coprono un arco di tempo che va dal 320 a. C. al 1556 con notevolissime lacune di continuità. Nel gruppo sono presenti esemplari della zecca di Ebusus, Neapolis, Cales?, Heraclea, Paestum, Roma, Treveri?, Tessalonica? e Napoli con una maggioranza delle repubblicane che vanno dal 217 al 135 a. C. Le monete non classificabili sono nove, tutte appartenenti alla serie repubblicana e le non identificabili 18 che possono essere ascritte dal IV al VII sec. d. C. Un altro discreto numero di monete in bronzo, complessivamente dieci, mediocremente conservate, proviene dalla località Carcerone di Cassano Irpino (7) e tra esse vi sono tipi delle zecche d’Asia, Roma e Tessalonica, da Augusto a Valentiniano I, nn. 80-89; seguono Lacedonia (8) con due pezzi in argento, di cui uno della zecca di Laodicea e due in bronzo che, nell’insieme, vanno da Domiziano ad Elegabalo, nn. 1-4; Carife con un obolo di Fistelia e due bronzi rispettivamente di Tiberio ed Alessandro Severo, nn. 73-75; Abellinum (9) con un bronzo della zecca di Paestum pertinente a Tiberio, un’oncia anonima della serie trientale ed un piccolo bronzo della zecca di Costantinopoli di Costanzo II, nn. 96-98; Sturno (10) con due bronzi rispettivamente di Lucilla (M. Aurelio) e Costanzo II, nn. 77-78; Prata con un sesterzio di Gordiano III ed un piccolo bronzo di Aquileia, nn. 94-95. Nei rimanenti centri (11) sono avvenuti rinvenimenti isolati, in qualche caso, in presenza, nella stessa area, di frammenti fittili che potrebbero essere un indizio di frequentazione.

Di Consalvo Grella pubblicato il 08/12/2014 sul Quotidiano del Sud