Bagno di folla per il Carnevale in città

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Al corso Vittorio Emanuele sfilano gruppi da tutta la provincia

 

E’ stata la cornice di piazza Libertà ad ospitare ieri mattina lo spettacolo della Zeza di Bellizzi che ha concluso la consueta sfilata dei gruppi folk irpini al Corso Vittorio Emanuele. Un rito senza tempo capace ancora una volta di conquistare il pubblico.
Una scelta non certo casuale, a testimoniare la volontà dell’amministrazione di puntare sulla valorizzazione della piazza, al centro delle polemiche nei giorni scorsi per gli interventi di riqualificazione, a partire dalla cabina in cemento a forma di cubo che sembra non piacere a nessuno. 
A sfilare  insieme alla Zeza di Bellizzi, – protagonista nel pomeriggio ad Aiello del Sabato per fare poi ritorno alla frazione di Bellizzi – gruppi provenienti da tutta la provincia, espressione dei cento Carnevali irpini, la Ndrezzata di Cervinara, la Quadriglia di Rotondi, la zeza di Monteforte, la zeza di Mercogliano, la zeza di Cesinali, la Mascarata San Biagio di Serino, il Ballo Ntreccio di Borgo Montoro, il Laccio d’amore di Taurano e di Pago, la zeza di Cannone e della Campagna di Volturara.
Buona la partecipazione del pubblico nel segno di una tradizione che piace a grandi e piccini con i figuranti bravissimi a coinvolgere gli spettatori nella festa. Ma è stato spettacolo anche a Castelvetere e Gesualdo con la sfilata dei carri allegorici, capaci di raccontare il nostro tempo, tra politica e spettacolo, con l’immancabile Donald Trump e a Montemarano dove hanno impazzato i ritmi della tarantella montemaranese con una vera invasione di visitatori.
Soddisfatto il presidente dell’Unpli Giuseppe Silvestri: “La grande partecipazione del pubblico è il segno della forza delle tradizioni irpine. La sfilata al Corso Vittorio Emanuele è diventata ormai un appuntamento fisso, atteso dalla comunità”.
E’ ancora un valta l’Irpinia si riconferma la regina del Carnevale, con le sue tradizioni antiche ma gelosamente costruite nel segno della tradizione della cultura che sono pratimonio dell’umanità.