Cercasi medici: entro il 2025 ne mancheranno 3400

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Di Gianpaolo Palumbo

E’ allarme per la scarsità di medici di medicina generale(MMG).Entro il 2025 se ne stima una carenza di oltre 3.400 unità,secondo un’analisi effettuata dalla Fondazione Gimbe(Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze) sulle criticità nelle norme che regolano l’inserimento dei MMG nel Servizio sanitario nazionale, ritenendo un rapporto di 1 ogni 1250 assistiti. Secondo tale studio le situazioni più critiche si trovano nelle grandi Regioni del Nord: Lombardia( meno 1003), Veneto (meno 482), Emilia Romagna (meno 320), oltre che in Campania(meno 349). Secondo dati Agenas( Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), la scarsità dei medici di famiglia si riflette, di conseguenza, anche nell’eccessivo numero di pazienti per medico; su 40.250 MGG, il 42,1% ha più di 1500 assistiti, massimale previsto dall’Accordo collettivo nazionale,c he in casi particolari è stato aumentato fino a 1.800 e fino a 2.000 in base a deroghe(ad esempio nella Provincia Autonoma di Bolzano). C’è da dire che il limite dei 1.500 assistiti viene superato da più di un MMG su due in Campania( 52,7%), Valle d’Aosta (58,2%), Veneto (59,8%) e da quasi due su tre nella Provincia Autonoma di Bolzano (63,7%),in Lombardia (65,4%) e nella Provincia Autonoma di Trento (65,5%). Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, afferma che”L’allarme sulla carenza dei medici di famiglia, oggi riguarda tutte le Regioni per ragioni diverse: mancata programmazione, pensionamenti anticipati, medici con numero esorbitante di assistiti e “desertificazione” nelle aree disagiate che finiscono per comportare l’impossibilità di trovare un MMG nelle vicinanze del domicilio,con conseguenti disagi e rischi per la salute”. Inoltre, sempre per Cartabellotta del Gimbe, il numero delle borse di studio ministeriali destinate al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, dopo un periodo di sostanziale stabilità intorno a 1.000 unità(2014-2017), è successivamente aumentato in particolare nel 2021(3.406 unità) e nel 2022(3.675 unità), grazie alle risorse dedicate del Pnrr,”non saranno sufficienti per colmare il ricambio generazionale.I n particolare, l’Enpam (Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza Medici) stima che il numero dei giovani formati o avviati alla formazione in medicina generale occuperebbero solo il 50% dei posti di MMG lasciati scoperti dai pensionamenti”. Un quadro non certo entusiasmante proviene dalle stime fatte dall’Enpam, secondo cui al 31 dicembre 2021 più del 50% dei MMG aveva oltre 60 anni di età ed è quindi atteso un pensionamento massivo nei prossimi anni. Perciò, considerando una età di pensionamento di 70 anni entro il 2031 dovrebbero uscire per la pensione circa 20.000 MMG. Il tutto in linea con l’analisi del Presidente del Gimbe,Cartabellotta, ”E’ soprattutto il quadro anagrafico a preoccupare, visto che nel 2021 il 75,3% dei MMG in attività aveva oltre 27 anni di anzianità di laurea, con quasi tutte le Regioni del Centro-Sud sopra la media nazionale, anche in conseguenza di politiche sindacali locali che non sempre hanno favorito il ricambio generazionale”. Infatti in alcune Regioni meridionali la fascia dei MMG più anziani arriva a superare l’80%. In Calabria (88,3%), Molise (83,2%), Campania(82,7%), Sicilia(82,6%), Basilicata(82,1%). Lo scenario appare molto critico,alla luce dei dati numerici elencati, ma soprattutto risulta evidente che in questo quadro viene a soffrire specialmente la qualità dell’assistenza, la distribuzione capillare in relazione alla densità abitativa,la prossimità degli ambulatori e l’esercizio della libera scelta da parte dei cittadini, tenendo anche conto che per i pensionamenti attesi e per le borse di studio per il Corso di Formazione in Medicina generale, i dati Agenas dimostrano che nel 2025 il numero dei MMG diminuirà di 3.452 unità rispetto al 2021, solo in Campania saranno 398 in meno.