Come nasce l’usanza di brindare con le bollicine?

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In questi giorni di frenetici preparativi in vista del Natale ogni winelovers sta iniziando a fare scorta di  Prosecco, Franciacorta, Trento DOC, e Champagne che vanno certamente per la maggiore. Una mattina, in enoteca mentre ero solito a scegliere qualche bottiglia da consumare nelle festività assisto ad un episodio divertente: nipote e nonno entrano chiedendo i diversi prezzi di Champagne per il compleanno della nonna che a quanto pareva era imminente, così dopo vari prezzi il nonno con volto disinibito forse per l’anti-economicità delle bottiglie esclama: “ Io la compro anche ma perché mi chiedo si debba brindare per forza con lo champagne?” frase ironica ovviamente, in effetti nella nostra cultura è un’usanza normalissima. Facciamo un salto indietro nel tempo, : perché si festeggia e si brinda con spumanti e bollicine?  Difficile, se non impossibile, stabilire una data o un arco temporale in cui spumanti e bollicine si sono affermati come vini per i brindisi e per i festeggiamenti. C’è chi sostiene che questo periodo possa corrispondere al XVIII secolo, dopo che, nel secolo precedente, Dom Pérignon “inventò” lo Champagne con rifermentazione di un vino base. C’è chi dice che la scoperta sia frutto del caso; c’è chi ritiene che il più celebre monaco benedettino francese si sia speso in approfonditi studi per giungere a questa nuova pratica di vinificazione, ma c’è anche chi avanza l’ipotesi che le bollicine degli spumanti siano nate altrove e con altri protagonisti. Prima che lo spumante diventasse la bevanda tradizionale per i brindisi, le persone utilizzavano una varietà di bevande per celebrare e brindare durante le occasioni speciali. La pratica del brindisi è antica e le bevande utilizzate potevano variare a seconda delle regioni, delle tradizioni culturali e delle disponibilità locali. Ecco alcune bevande che venivano utilizzate prima dell’avvento dello spumante: Vino, Idromele, Birra e distillati locali: In alcuni luoghi, distillati locali come brandy, grappa, vodka o altri liquori a base di frutta o erbe venivano utilizzati per i brindisi, spesso durante feste tradizionali o eventi speciali ed infine bevande non alcoliche: In alcune culture, specialmente in occasioni dove l’alcol poteva non essere appropriato o disponibile, venivano utilizzate bevande non alcoliche come succhi di frutta, tè o altre bevande simboliche per brindare e celebrare. È, invece, meno complicato e intricato il tentativo di ricostruire il perché questa tipologia di vini si è affermata per il brindisi. A tal proposito, esistono una serie di ipotesi che non si autoescludono e che, considerate nel loro insieme, ci forniscono una spiegazione piuttosto convincente ed esaustiva. La prima: superstizione, il maggior quantitativo di anidride carbonica intrappolata in una bottiglia di spumante fa in modo che, se non maneggiata in maniera controllata, all’atto dell’apertura, l’anidride carbonica trova il varco per fuoriuscire e liberare tutta la sua forza, determinando il classico “botto”. Quando si scoprì questo effetto delle bottiglie di spumante si diffuse una credenza davvero particolare: si pensava che il botto potesse spaventare spiriti negativi o maligni che serpeggiavano attorno ai presenti o nel luogo in cui la bottiglia veniva stappata. Si credeva che il forte “rumore” potesse allontanare queste presenze indesiderate. Immediatamente, questa credenza fu associata e inserita nel brindisi, da sempre momento benaugurante, rituale di buon augurio, in cui augurare buona salute e futuro prospero, felice e fortunato. Insomma, se il brindisi è tutto ciò, non esiste momento migliore per il botto con cui scacciare ogni negatività. Ovviamente, il botto poteva essere garantito solo dagli spumanti, non da vini rossi o bianchi fermi. Et voilà, ecco che gli spumanti furono inseriti in questo rituale e diventarono i vini del brindisi e delle feste. La seconda ipotesi invece è: il marketing data l’innata finezza ed eleganza che caratterizza il perlage e le bollicine di uno spumante, vuoi per la loro spiccata effervescenza, vuoi per il loro colore dorato, vuoi per il particolare metodo di produzione, gli spumanti sono stati interpretati come vini diversi dagli altri, particolari e adatti per momenti speciali.

Sabino Genovese