E’ uno spettacolo imbarazzante quello messo in essere presso la Camera di Commercio di Avellino che noi imprenditori irpini non meritiamo. La nostra confederazione pur essendo una delle prime in provincia di Avellino, come certificano i dati Inps, non ha partecipato al bando per il rinnovo del consiglio camerale perché ritenuto inutile visto l’accorpamento in programma con Benevento e soprattutto perché siamo convinti che questo ente deve essere rivisto e rinnovato. I fatti poi ci hanno dato ragione. Purtroppo Avellino non è un caso isolato, lo stesso è avvenuto in altre province come per esempio Catania. Il problema serio è che molte organizzazioni sono autoreferenziali e nei fatti non rappresentano nessuno se non sè stessi e a quel tavolo non siedono in nome degli imprenditori ma a titolo personale. Più volte si è accusato la politica di scontrarsi solo per accaparrarsi questa o quella poltrona, ora le organizzazioni di categoria fanno la stessa cosa. Se a questo spettacolo aggiungiamo il giallo degli iscritti fantasma e il fatto che associazioni pur tradizionalmente non presenti nelle provincia di Avellino avrebbero fatto registrare un singolare boom di iscritti che risultano anche negli elenchi di altre associazioni alcune domande nascono spontanee. Com’è possibile che ad Avellino spuntino centinaia di ditte – in una fase storica peraltro di crisi acclarata – che non esistevano prima? E’ possibile che qualcuno abbia attinto ad elenchi di altre associazioni, all’insaputa degli imprenditori e commercianti interessati? La risposta è ovvia, queste classi dirigenti stanno giocando una partita vitale per la loro sopravvivenza dimenticandosi del buon senso e dei problemi delle imprese.
Gerardo Santoli
Vice Presidente Nazionale Confimprenditori