Difendiamo il nostro futuro

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È un giorno per riflettere sulla salute della biosfera in cui tutto è interconnesso: aria, acqua, terra, sole. La biosfera va considerata come un organismo vivente con i suoi cicli, i suoi muta-menti, i suoi equilibri dinamici. Nel 1969 il matematico James Lovelock formulò l’“Ipotesi Gaia” se – condo la quale l’universo è sostenuto da una struttura macroscopica e microscopica di flussi gassosi, magnetici, atomici, atmosferici che hanno creato le stelle e i pianeti. In tale ipotesi il pianeta Terra è un organismo dinamico interconnesso in cui l’atmosfera, la parte più sensibile e più facilmente danneggiabile, rappresenta l’in – volucro che protegge tale organismo in modo si-mile al piumaggio degli uccelli, alla pelliccia degli animali, alla pelle degli uomini. Per avere un’idea della fragilità dell’atmosfera si immagini di ridurre la sfera terrestre a un pallone di cal-cio. L’at – mosfera rappresenterebbe la patina intorno al pallone quando questo viene ruotato in una bacinella d’acqua e poi sollevato. Oppure pensate allo spessore della sfoglia più esterna di una cipolla. L’unicità della Terra è divenuta visibile da quando le missioni spaziali ci hanno inviato quelle bellissime foto del nostro pianeta nella sua interezza. In quelle foto si vede questa sfera nel vuoto completamente nero dello spazio immenso e i suoi tre colori predominanti. Immagine tratta da Internet Sono immagini bellissime dove si percepisce effettivamente il nostro pianeta nella sua inte-rezza, si apprezza facilmente la sua unicità e l’interconnessione della biosfera, e si vedono i suoi colori: il blu dei mari, il bianco delle nuvole e il verde delle piante. Ma di questi tre colori uno è il più importante. Il colore più importante dal quale dipendono tutte le forme di vita su questo pianeta è il verde delle piante. Perché tutta la catena alimentare degli esseri viventi parte dal mondo vegetale. Perché l’ossigeno che respirano tutte le specie viventi proviene dalle piante. Perché le piante fissano in sé l’anidride carbonica togliendola dall’atmosfera e contribuendo all’equilibrio dinamico del ciclo del carbonio. Inoltre piante e microorganismi purificano l’acqua. La assorbono nella stagione umida e la restituiscono in quella secca. Se sparissero le piante su questo pianeta non ci sarebbe più vita. Nel breve periodo non avemmo cosa mangiare. Nel medio periodo non avremmo ossigeno per respirare. Nel lungo periodo si avrebbe un effetto serra talmente elevato che potrebbe portare la temperatura a livelli in cui l’acqua evaporerebbe. Uno scenario catastrofico per tutte le specie viventi, ma non per il pianeta, come dicono certi titoli di giornali fuorvianti. Infatti la Terra continuerà a girare su sé stessa come una trottola e a orbitare intorno al Sole per altri cinque miliardi di anni circa. Certo cambierebbero i colori: sarebbe un pianeta completamente sterile. Lo pos-siamo immaginare vedendo quelle realissime immagini che ci trasmettono i vari rover inviati in continuazione su Marte: un pianeta fatto di rocce e polvere. La Terra sarebbe molto simi-le a quelle immagini sterili dove prevale il colore marrone se non ci fossero le piante. Corre-re questi rischi non ha nulla di “sapiens”. In questa giornata mondiale per la Terra proponiamoci di invertire l’attuale tendenza consumistica aborrendo lo spreco e comportandoci da consumatori ragionevoli e frugali, consapevoli che sprecare=inquinare. Ognuno di noi può e deve fare la sua parte quotidianamente con ciò che compra, con ciò che mangia, con un uso sobrio dell’energia. Seguiranno a ruota i mercati e la politica. Prevedere il futuro è importante ma molto più importante è averlo.

di Michele Zarrella