Un ponte di solidarietà capace di unire l’Irpinia e l’Ucraina. A mobilitarsi la chiesa greco-cattolica di rito bizantino come spiega Padre Roman Kryvyy, parroco degli ucraini della chiesa greco-cattolica di rito bizantino per le diocesi di Avellino, Benevento e Campobasso, “Stiamo facendo il possibile per sostenere la comunità ucraina, dalla preghiera all’impegno concreto. – spiega Padre Roman – Stiamo cercando di organizzarci al meglio per inviare aiuti per tutti quelli che sono in Ucraina”. Padre Roman Kryvyy, parroco della chiesa dei Santi Vladimiro e Olga di Avellino, è stato individuato dall’Esarcato apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia quale riferimento per il Distretto pastorale di Napoli (corrispondente all’intero Sud Italia) per il coordinamento degli aiuti insieme ai sacerdoti rappresentanti degli altri Distretti pastorali italiani (Firenze-Bologna, Milano, Roma e Venezia).
“Abbiamo sempre aiutato i bambini e i profughi che si sono allontanati da quella zona – ricorda padre Roman Kryvyy – anche prima della guerra, non solo adesso, anche con l’aiuto della Caritas diocesana di Benevento e Avellino. Come Chiesa cerchiamo di aiutare pregando e anche organizzandoci per aiuti anche economici, ci stiamo organizzando in conferenza con i sacerdoti responsabili di tutta Italia per farlo al meglio”.
Alla domanda su come la comunità ucraina stia reagendo alle ultime notizie provenienti dalla madrepadria, padre Roman Kryvyy spiega: “Siamo preoccupati ma non siamo impauriti. La guerra di cui si parla è iniziata nel 2014 e sta semplicemente continuando. Magari negli ultimi giorni se ne parla di più perché hanno proclamato l’indipendenza delle due zone di Donetsk e Lugansk per far arrivare le truppe russe in Ucraina. Ma questo accadeva già dal 2014, solamente non sotto la bandiera russa”.
Una mobilitazione, quella della comunità ucraina irpina, che vede in prima linea l’associazione “Ucraini Irpini”, come spiega una delle anime della comunità, Oksana Bybliv “Vivo ad Avellino da 21 anni, sono un interprete, ormai mi sento per metà irpina ma conservo un legame forte con le radici. L’associazione nasce dalla volontà di offrire un sostegno agli uomini e alle donne ucraine emigrate in Irpinia, un’associazione a cui si affiancano anche la Chiesa dei Santi Vladimiro e Olga e una scuola che accoglie trenta bambini ucraini, il progetto Radici, così da far conoscere la cultura d’origine ai piccoli. Ci saranno anche loro alla manifestazione per la pace che riunirà numerose associazioni del territorio, con disegni che hanno realizzato sul tema della pace. Sono da qualche giorno in Ucraina per consegnare gli aiuti che abbiamo raccolto, tra materiali e viveri. Si tratta di un’azione di solidarietà che portiamo avanti da anni, anche se solo oggi si parla della guerra che affligge l’Ucraina. Una guerra che non è certo interna ma nasce dall’occupazione di alcuni territori da parte della Russia. Territori nei quali siamo stati più volte per portare i nostri aiuti. Questa volta possiamo contare sul sostegno di partner forti a livello internazionale, sulla solidarietà di quasi tutti i paesi. E quest’attenzione da parte della comunità internazionale è per noi un segnale forte. Ma la preoccupazione è tanta. Pensiamo ai familiari che sono rimasti in Ucraina e ai soldati che sono in prima linea. Ma siamo anche al fianco dell’intellighenzia ucraina perseguitata. Siamo convinti che la strada della pace sia ancora possibile. L’Ucraina si è sempre sentita parte dell’Europa e siamo convinti che sia necessario andare in questa direzione. E’ una terra ricca di risorse che ha sempre lottato per la libertà, caratterizzata da una forte identità nazionale”.
Questo pomeriggio, alle 18, saranno in tanti a ritrovarsi in piazza Libertà per partecipare al sit in “Basta parlare di #guerra, vogliamo la #pace”, presidio per la pace e manifestare contro l’escalation militare in Ucraina. Ad aderire all’iniziativa Cgil, Cisl, Uil, Auser. Anpi, Arci, Acli, Avionica, Comunità Accogliente, Do Tonino Bello, Legambiente, Libera e Soma. “In questo modo – scrivono le associazioni- vogliano dimostrare e affermare il valore della Pace, contro qualsiasi sopraffazione”
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