Insulino-resistenza e la difficoltà di perdere peso

0
609

Di Laura Melzini

Durante un percorso di dimagrimento può capitare che la perdita di peso rallenti; la causa può essere uno stato infiammatorio causato dalla resistenza insulinica. L’insulina è un ormone prodotto dalle cellule del pancreas, ed è indispensabile perché favorisce l’assorbimento degli zuccheri assunti con l’alimentazione, mantenendo la glicemia nei range di normalità. L’insulina a volte può non essere prodotta a sufficienza, come nel Diabete di tipo I. Quando, invece, la produzione di insulina è più elevata del normale, si parla di Insulino-resistenza, una condizione, molto spesso, causata da stato di sovrappeso o di adiposità viscerale e la glicemia rimane nei limiti, nonostante alla base ci sia uno squilibrio ormonale che porta ad accumulare grasso viscerale. La diagnosi di insulino resistenza spetta al medico e viene diagnosticata in base ad alcuni sintomi, come stanchezza o sonnolenza postprandiale, e in base agli esami di laboratorio; una curva glicemica e insulinemica alterata può essere sintomo di insulino resistenza. In molti casi l’insulino resistenza è il preludio alla sindrome metabolica, che provoca danni soprattutto al sistema cardiovascolare, ed è una condizione che spesso può rallentare il dimagrimento. Questa sindrome nel tempo può determinare uno scompenso del metabolismo degli zuccheri e di conseguenza anche il diabete. La strategia più efficace per curare l’insulino resistenza è sicuramente una dieta adatta e la modifica dello stile di vita: un’attività fisica mista, di tipo aerobico e anaerobico, permette di migliorare la sensibilità insulinica di muscoli e fegato. Tale approccio nella fase iniziale è da preferire ai farmaci. È importante, dunque, nelle prime fasi di un percorso di dimagrimento dare una scossa all’organismo affinché l’insulina scenda in modo efficace attraverso diete adatte che permettano di migliorare il quadro clinico. _Seguire, dunque, una dieta a basso carico di carboidrati, quindi evitare di consumare carboidrati diversi ad ogni pasto. Se ad esempio il pasto comprende un primo piatto, non associare altri carboidrati ed aggiungere verdura o fonti proteiche come il pesce. È inoltre preferibile consumare la pasta al dente, in quanto i tempi di cottura lunghi alzano l’indice glicemico._ Abbinare sempre grassi o proteine ai carboidrati, poiché così si rallenta la velocità di assorbimento degli zuccheri: è sufficiente un filo di olio extravergine di oliva a cambiare l’indice glicemico di una fetta di pane._ La frutta deve essere consumata nelle giuste quantità per evitare che il fruttosio, in essa contenuto, aumenti in maniera eccessiva la glicemia._ Preferire quotidianamente cereali integrali ai cereali raffinati come pasta, riso pane integrale e cerali come farro o orzo perché hanno un indice glicemico più basso. La conoscenza di questi meccanismi può fornire un aiuto in più a comprendere e ad accettare le indicazioni che vengono fornite dagli specialisti. Molte volte modificare le proprie abitudini legate al cibo non è semplice, ma in questo caso risulterà vantaggioso.