Irpinia pride: inclusione e diritti, strada ancora lunga

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“Sarebbe bello che il Pride partisse proprio da Capocastello, simbolo dei territori più disagiati, che quello che è considerato un luogo di camorra diventasse simbolo di accoglienza”. E’ la preghiera che don Vitaliano della Sala rivolge all’associazione Apple Pie, nel corso della conferenza stampa dell’Irpinia Pride, – appuntamento per il 30 luglio – presso la sede del Comune di Mercogliano. Una richiesta accolta da Antonio De Padova di Apple Pie: “Domenica incontreremo la comunità dei fedeli e speriamo di poter fare in modo che un corteo parta anche da Capocastello”. “Sarà una rivoluzione di pace – spiega – che abbiamo voluto fortemente dopo due anni di pausa, per rivendicare con forza i nostri diritti, dal matrimonio all’adozione di un figlio. La strada da percorrere è ancora lunga. A scandire il percorso saranno tante testimonianze, da quella di chi è fuggito dall’Africa dove sarebbe andato incontro alla morte ai genitori che hanno scelto la strada dell’accoglienza fino alla mamma di Vincenzo Ruggiero, l’attivista gay ucciso”. Sottolinea come “Siamo tutti volontari, il Pride richiede impegno e fatica. Per fortuna possiamo contare su uno spazio messo a disposizione dai Comuni di Atripalda e Mercogliano, dove è stato attivato anche uno sportello contro le discriminazioni”. Racconta come ”Vivere la propria identità sessuale in questa provincia non è facile. L’Irpinia è una terra inclusiva ma anche complicata. Io ho fatto coming out, e sono un giovane realizzato ma per tanti ragazzi è ancora difficile dichiarare la propria omosessualità, si fa ancora fatica ad essere accettati, a parlare con le famiglie. Ecco perchè come associazione vogliamo essere al fianco di chi soffre e accompagnarli in questo percorso di consapevolezza”. E su quanto la pandemia abbia acuito il disagio di tanti giovani “Abbiamo raccolto testimonianze di grande sofferenza, siamo stati a contatto con i ragazzi a telefono nei mesi del lockdown. Per alcuni di loro era insopportabile stare a casa, quello che dovrebbe essere il luogo di accoglienza diventava una gabbia dorata”. Sottolinea con forza la propria gioia “Siamo contentissimi, i colori dell’arcobaleno si sono uniti a quelli dell’Avellino calcio. L’omosessualità nello sport è ancora un tabù, questo scambio di magliette rappresenta davvero un calcio all’omofobia”. Rilancia le speranze legate al ddl Zan “il suo affossamento ci ha riportato nel Medio Evo. Speriamo di poter ripartire con la battaglia se ci sarà un nuovo governo”. Il sindaco Vittorio D’Alessio pone l’accento su come “Mercogliano abbia sempre testimoniato grande sensibilità sui temi dell’inclusione. Il Pride rappresenta il corollario di tutta una serie di microeventi sul territorio, a partire da uno sportello dedicato a chi vuole denunciare”. Anche se chiarisce come sia importante non confondere “La Candelora che ha un valore strettamente religioso con il Pride e le rivendicazioni che lo accompagnano”. Don Vitaliano della Sala ricorda come “La chiesa è spaccata in due su questi temi ma è certamente in cammino grazie a Papa Francesco che ha dichiarato apertamente che non spetta a lui giudicare l’orientamento sessuale di una persona. La mia partecipazione a un Pride oltre venti anni fa fu punita. Oggi esistono due anime nella chiesa, una che vuole accogliere e l’altra che fa fatica ad aprirsi all’altro. Sarebbe bello che queste due anime si confrontassero sui valori mentre il muro da abbattare è ancora troppo alto”. A prendere parte alla conferenza stampa anche Angelantonio Citro di Apple Pie che sottolinea l’importanza di portare la battaglia per i diritti anche nei piccoli centri, l’assessore Elena Pagano che pone l’accento sul ruolo dello sportello antidiscriminazioni e su Massimo Saveriano della pro loco. Quindi lo scambio di magliette con l’Avellino calcio per lanciare un messaggio forte di inclusione.