Le strategie per rilanciare l’Irpinia come promotrice di una ripresa del Mezzogiorno

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Di Matteo Galasso

La crisi sociale seguita all’invasione dell’Ucraina ci interroga, quali italiani ed europei, su come evitare il collasso del nostro tessuto economico, già fortemente provato dai più di due anni di emergenza sanitaria appena superati e da decenni di malgoverno. Il settore industriale sembra, specialmente nelle aree più depresse e meno sviluppate del Paese, come anche la provincia di Avellino, subire un rapido declino, che spinge sempre più lavoratori qualificati a vivere nella precarietà. L’obiettivo di riqualificare il settore, grazie alle innovazioni tecnologiche e a soluzioni di autonomia energetica grazie alle rinnovabili, viene ora perseguito dai consorzi ASI (Aree di Sviluppo industriale), che vogliono rendere competitiva ed appetibile ad investimenti extra-provinciali l’industria locale. Di questo piano di sviluppo abbiamo discusso con Pasquale Pisano, sindaco di San Martino Valle Caudina e Presidente dell’ASI Avellino.

 

Pisano, la nostra Provincia deve far fronte a diverse problematiche: una tra tutte quella della grande fuga. In cinque anni registriamo, infatti, un calo demografico di oltre 20.000 abitanti (7000 solo dall’inizio della pandemia).  Quali strategie di contenimento mettere in campo?

Per quanto riguarda il settore industriale, credo che in questo momento le Zone Economiche Speciali rappresentino un’importante occasione di rilancio economico e sociale alla quale non si può rinunciare. Occorre, però, accompagnare questa strategia alla crescita anche di altri settori come quello del turismo sostenibile o quello dell’agricoltura. Per fare questo sono necessarie azioni improntate ad uno sviluppo compatibile che si ponga come linea di contenimento a questo fenomeno.

 

In che modo il consorzio ASI si impegna a contrastare la disoccupazione giovanile e la precarietà del lavoro? 

Il consorzio ha in questo momento il ruolo di perno dell’industria nella Provincia. Questo si deve all’importanza attribuita alle ASI sia dal commissario alle Z.E.S. della Regione Campania, Romano, sia dall’Assessore regionale alle attività produttive: possiamo considerarci un vero e proprio braccio operativo di questi due enti. In questa prima fase stiamo provando a permettere di investire a condizioni vantaggiosissime in provincia di Avellino, non solo agli imprenditori locali, ma a chiunque voglia tentare di farlo. I vantaggi che ci rendono competitivi sono burocrazia zero, e sportello digitale per il rilascio dell’autorizzazione unica, attivo da qualche settimana. Chiunque voglia, può presentare la domanda attraverso questo e ricevere un riscontro entro tempi contingentati. Per il Commissario alle Z.E.S., vige, inoltre, la facoltà del silenzio=assenso, che in questo momento gli consente di superare in modo efficiente l’inadempienza di qualche ente chiave nel processo di autorizzazione, che talvolta può esprimere il proprio il parere su un progetto dopo lunghissimi tempi d’attesa: per velocizzare questa procedura, il non pronunciarsi in tempi brevi corrisponde quindi ad approvare il progetto in questione. Si devono, inoltre, evidenziare la fiscalità agevolata, forse unica in Europa in questo momento e il credito di imposta del 40% per chi investe in Z.E.S., acquista terreni o opifici nel 2022.

 

Nella graduatoria che riguarda l’ambiente retrocediamo, rispetto al 2020, di 33 posti. Ed effettivamente, specialmente nel capoluogo, la tanto ostentata “aria pulita” sembra essere un lontano ricordo. Come agire nell’immediato per tutelare ambiente e paesaggio?

Come consorzio ASI stiamo programmando un’iniziativa di monitoraggio della qualità ambientale: a breve sottoscriveremo una convenzione con l’Arpac, al quale daremo in gestione un laboratorio mobile. Vorremo incidere anche nel miglioramento della qualità ambientale delle nostre aree industriali e, di conseguenza, dei comuni circostanti, provando a interagire con tutte le associazioni che in questo momento solo impegnate a garantire un miglioramento della vivibilità in questi comuni.

 

Quale saranno le prossime mosse strategiche per favorire la produzione innovativa dell’industria “made in Irpinia”  nello scenario della globalizzazione, anche alla luce dei recenti eventi bellici internazionali? 

Dobbiamo rendere appetibili le nostre aree industriali lavorando su due azioni strategiche, che rispecchiano l’ambito del PNRR: transizione digitale ed ecologica. Per quanto riguarda la prima stiamo verificando le attuali condizioni dell’infrastruttura a banda larga sul perimetro delle nostre aree industriali, vogliamo inoltre attivarla per intero ed estenderla, proponendo anche contratti vantaggiosi alle aziende: questo sarà possibile selezionando un operatore nazionale attraverso un eventuale bando. Per quanto concerne la transizione ecologica, che stiamo provando a realizzare in ogni area industriale delle 12 che gestiamo, stiamo mettendo a disposizione di un operatore nazionale le superfici in cui realizzare parchi fotovoltaici. Vogliamo quindi creare soluzioni autonome all’interno delle singole aree industriali, in modo da proporre ai nostri imprenditori un costo dell’energia pulita quanto più basso possibile, garantendo un prezzo calmierato per un arco temporale il più ampio possibile. In questo modo il costo dell’energia non è influenzato da fattori esterni, come la crisi seguita alla guerra in Ucraina.

 

Una terra povera di produzione agricola necessita, ora più che mai, di implementare la produzione di energia eolica e fotovoltaica. Come garantire che questo processo infrastrutturale porti vantaggi le economie delle comunità locali? 

L’obiettivo della comunità energetica è che l’imprenditore locale sia protagonista insieme al consorzio e all’operatore che realizza l’infrastruttura gestendola direttamente. Ad oggi queste procedure di autorizzazione di creazione di parchi eolici e fotovoltaici sono notevolmente semplificate: potremo parlare di burocrazia zero. La svolta è che questo vale anche per un raggio di 500 metri dal confine dell’area industriale. In valle Ufita stiamo addirittura introducendo una produzione di idrogeno verde.

 

Per parlare di turismo secondario è necessario lavorare a un piano di manutenzione infrastrutturale su larga scala, facendo leva anche sulle risorse sbloccate con il PNRR

Dal punto di vista industriale, le infrastrutture digitali e di trasporto sono fondamentali per favorire processi di attrazione dei flussi turistici: il territorio provinciale vanta eccellenze sia in campo agricolo, che, soprattutto, enogastronomico, ma è giusto tenere in considerazione lo stesso patrimonio storico rappresentato dai nostri meravigliosi borghi.

 

Come crede che la costruzione della stazione Hirpinia interconnetterà concretamente le aree interne al resto del Paese? Crede davvero che possa rappresentare un reale e valido freno allo spopolamento? Se passerà ancora molto tempo questa sarà una terra per soli pensionati, a chi sarà utile un’infrastruttura così complessa?

La stazione ha un ruolo strategico, perché ubicata sul corridoio est-ovest, Napoli-Bari, su una ferrovia non adibita al solo trasporto di persone, ma anche di merci. Importante per favorire lo scambio merci nelle nostre aree industriali è anche la soluzione dell’hub intermodale da realizzare a ridosso della stazione, finanziato già dalla Regione Campania per circa 29 milioni di euro. Queste strutture vanno legate ad altri progetti, come la Lioni-Grottaminarda, utile a collegare l’alta Irpinia, o all’elettrificazione della tratta Benevento-Avellino-Salerno, utile per quel che concerne la retroportualità di Salerno. Inoltre, si dovrebbe investire nel lotto che collega l’aria industriale della valle caudina a quella di Pianodardine. La regione Campania ha inoltre concesso un finanziamento di 120 milioni di euro per la tratta Benevento-Cancello.

 

In tale contesto le ASI hanno ancora un ruolo da svolgere in questa provincia dopo la stagione non esaltante dell’industrializzazione post-sismica? 

Certo, parlano i numeri: abbiamo 12 aree industriali, più di 400 aziende e 12000 addetti. Il comparto è vivo e costituisce un sostentamento a tante famiglie. In questo momento particolare, vogliamo rilanciare anche il comparto industriale. Il mio obiettivo è di recuperare il ruolo di rilievo perso negli anni: immagino un’ASI che agisca come agenzia di sviluppo, mettendola in condizione di trarre vantaggi dalle occasioni offerte dal PNRR. Per questo ho aperto uno sportello informativo accessibile a tutte le aziende che gravitano nelle nostre aree.

 

Come rendere l’Irpinia e la sua – anche se ristretta – produzione industriale competitiva a livello europeo? 

Se le nostre aree mantengono per lungo tempo un costo energetico basso è chiaro che le nostre aree saranno più appetibili rispetto a dove l’energia manterrà un costo più elevato. L’implementazione della banda ultralarga,  permetterà ai nostri imprenditori di collegarsi ad ogni contesto mondiale.