L’intensità del discorso di fine d’anno del Capo dello Stato e le parole di Papa Francesco all’Angelus indicano la strada maestra da percorrere nell’anno che appena si è aperto. Entrambi invocano un richiamo alla responsabilità per superare l’attuale difficile momento e impegnarsi per la ripresa del Paese. In entrambi, Mattarella e Francesco, c’è un termine che accomuna il loro dire: ricostruzione. Laicamente il Capo dello Stato lo usa con riferimento alla oculata gestione del vaccino contro il Covid, all’impegno dell’Europa, al nuovo ruolo che deve avere la politica, rivolgendosi soprattutto ai giovani. Francesco, da parte sua, fa riferimento alla ricostruzione delle coscienze, ad un nuovo umanesimo cristiano, recuperando concetti già espressi nella enciclica “Fratelli tutti”. Entrambi pongono un obiettivo: il bene comune. Come raggiungerlo? E’ possi – bile solo a condizione che il 2021 sia l’anno della svolta con il recupero della responsabilità individuale e, soprattutto, senza perdere le occasioni che si presentano sul quadrante della storia che si andrà a scrivere.
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La prima occasione la offre l’Europa, la grande madre degli Stati che ne fanno parte. Recovery fund e Mes, pur con modalità e fini diversi, sono per quantità e qualità, una sfida senza precedenti, quasi un piano Marshall, per rilanciare la ripresa della economia italiana, creando nuove occasioni di sviluppo. Per le risorse previste dal Recovery occorre rispettare termini ed elaborare piani e strategie credibili. In realtà per questo appuntamento si è già perduto del tempo prezioso. Le polemiche per la composizione dei componenti della cabina di regia, il tentativo di isolare il Parlamento dalla discussione hanno dato adito a velenose bordate nei confronti del premier Conte, accusato di voler monopolizzare la questione. Non sfugge tuttavia che le contrapposizioni sorte in quest’ultimo periodo non sono prive di strumentalizzazioni politiche da parte di chi usa le modalità della gestione delle risorse europee per aumentare il bottino del proprio potere partitico. Per quanto riguarda il Mes il doppio forno dei Cinquestelle, di governo e di opposizione, tiene ancora sulla graticola la maggioranza nella quale il Pd scalpita. E’ evidente che Mattarella facesse riferimento a queste contraddizioni nel suo appello alla responsabilità politica e alle scadenze che il Paese ha di fronte. Stupisce, però, il fatto che la disponibilità decisionale dell’Europa non allerti, come dovrebbe, la classe politica che, come al solito, si mostra provinciale e miope, arenandosi sulla questione “Conte sì, Conte no”. Errore gravissimo che cela motivazioni diverse, tra cui la preoccupazione in alcuni che il premier, con il suo nascente partito, potrebbe togliere spazio a gruppuscoli già organizzati. Tutto ciò, ed altro ancora, rappresenta un vulnus per la nostra democrazia che può sopravvivere solo se favorisce il dialogo e il confronto sulle cose da fare. Tra queste dovrebbe esserci una maggiore attenzione per il Mezzogiorno che arretra sempre di più favorendo la spazio alla criminalità organizzata. Nel suo intervento il Capo dello Stato pone anche un problema di etica della politica. Il messaggio va diritto al governatore della |Campania, Vincenzo De Luca che, sebbene non nominato, ha fatto uso del suo potere per sottrarre agli aventi diritto una dose di vaccino. “Io- ha affermato Mattarella – mi vaccinerò quando verrà il mio turno”. Tutto qui e non è poco.
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Anche per Papa Francesco il filo conduttore per l’anno nuovo è la cultura della cura come percorso di pace. “Non siamo indifferenti, tendendo la mano al fratello che ha bisogno di una parola di conforto, di un gesto di tenerezza, di un aiuto solidale.” Per prendersi cura degli altri e per una effettiva rinascita c’è bisogno di trovare “oltre che un vaccino del corpo, un vaccino per il cuore”.
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La strada per il nuovo anno è stata autorevolmente tracciata. Ripartenza, ricostruzione, rinascita, bene comune sono le coordinate che ciascuno per proprio conto deve saper attuare. La pandemia, anche se non del tutto sconfitta, sta uscendo dal tunnel. Importante ora è uscire dalla confusione, dai temporeggiamenti e dai galleggiamenti del governo per imboccare la strada indicata.
di Gianni Festa