Peppe Barra porta in scena “La Cantata dei pastori”, viaggio nella musica e nella storia di Napoli

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Torna in scena il 16 dicembre al Teatro Partenio Peppe Barra con la sua classicissima “Cantata dei Pastori”, in una nuova edizione, con un nuovo allestimento, nuove musiche e una nuova compagnia di artisti. Con Barra, che incarna da cinquant’anni il pulcinellesco Razzullo, Lalla Esposito nel ruolo di Sarchiapone. Uno spettacolo che vuole mettere al centro la lingua, la musica, la storia della città di Napoli, unico luogo al mondo dove sia stato possibile creare, e conservare così a lungo, uno spettacolo dal genere indefinibile, un unicum teatrale, frutto di secoli di devozione.

Protagonisti due napoletani, due morti di fame, Razzullo, scrivano in abiti settecenteschi, capitato in Palestina per il censimento voluto dall’Imperatore Romano, e Sarchiapone, suo compaesano, in fuga per i crimini commessi, mentre Giuseppe e la Vergine Maria vagano in cerca di alloggio per far nascere Gesù. A sfilare sul palco una tribù di Pastori in attesa del Messia e una turba di Diavoli, mandati da Lucifero sulla terra per uccidere la Sacra Coppia, spaventare e torturare in tutti i modi i due disgraziati compagni, che le provano tutte pur di trovare un lavoro che permetta loro di mangiare. A proteggere tutti l’Arcangelo Gabriele, armato come un San Michele per permettere che nasca il Redentore. Immaginate.

Originariamente la Cantata, a dispetto del titolo, non aveva canzoni. Anno dopo anno il popolo ha arricchito il copione con tutti i linguaggi, alti e bassi del teatro: farsa, avanspettacolo, commedia dell’arte, musical. Già nell’ultimo dopoguerra Sarchiapone appariva cantando le canzonette più in voga, con il massimo godimento del pubblico. La tradizione popolare stravolse a poco a poco quel testo della controriforma, volgarizzandolo, rovesciandone gli intenti educativi, edificanti, riuscendo così a strapparlo dall’ineluttabile oblio del tempo. Lo spettacolo andava in scena alla mezzanotte del 24 dicembre.

Uno spettacolo che sia, allo stesso tempo, colto e popolare, comico e sacro, profondo e leggero, commovente e divertente per un pubblico di grandi e di piccini. Uno spettacolo all’antica italiana, dove, sulle tavole scalcagnate, i guitti impersonavano più ruoli, in una girandola di travestimenti che diverte il pubblico e spaventa i due affamati protagonisti. Gli altri collaboratori artistici sono, squadra vincente non si cambia, Carlo De Marino per le scene, Annalisa Giacci per i costumi, Giorgio Mellone per le musiche dal vivo, Francesco Adinolfi per le luci, Francesco Esposito l’aiutoregia. La regia è di Lamberto Lambertini.