Per una nuova sanità, per una sanità migliore

Codice Rosso 2.0, l’ultimo saggio di Giovanni Savignano

0
852

Non so se esiste l’Oscar per la diffusione scientifica. Se ci fosse una qualche commissione che l’assegna vorrei suggerire un nome che a mio avviso meriterebbe a pieno titolo questo riconoscimento. Farei il nome di Giovanni Savignano, medico, studioso, esperto di politiche sanitarie e, in sovrappiù, scrittore apprezzato e ampiamente diffuso nel panorama della saggistica sulle problematiche mediche e non solo.

Il dottore Savignano, irpino di Gesualdo, la città del Principe dei Musici, con un passato accademico presso la Seconda Università di Napoli, ha praticato per quasi mezzo secolo negli ospedali della Regione come medico radiologo, una specializzazione, oggi meglio ri-conosciuta come “diagnostica per immagini”, che in virtù del notevole progredire della tecnologia scientifica richiede una sempre più alta preparazione professionale anche per la forte interazione con tutte le altre branche della medicina.

Dopo diversi libri di varia letteratura, anche a causa degli inaspettati contraccolpi che il diffondersi della pandemia Covid-19 ha avuto sul sistema sociosanitario nazionale e sul welfare che lo affianca, Savignano si è di recente sentito in dovere di aggiornare quello che è stato un autentico bestseller, divenuto un caso editoriale nei primi anni del nuovo millennio: “Codice rosso. Discussioni su sanità, medicina e ricerca in Italia”, uscito nel 2008 per i tipi de Il Sole 24 Ore. Cosicché è arrivato in libreria “Codice Rosso 2.0: Perchè il Covid ha dato il colpo di grazia alla Sanità?”, questo edito da il Denaro Libri, che si è subito meritato una seconda edizione aggiornata.

Il saggio, come si legge nell’abstract che lo presenta, è una descrizione impietosa dello stato della sanità che impone più di una riflessione a chi governa la sanità in Italia. Tutti gli indicatori normativi e gestionali (il numero dei medici, le scuole di specializzazione, la rete ospedaliera, i posti letto, le patologie, i Lea, le terapie domiciliari, ecc.) e i parametri presi a confronto da Savignano (ad es. quelli demografici e i costi della pandemia), evidenziano, infatti, come il sistema italiano sia oramai al tracollo e come sia giunto il tempo – questo il suggerimento che propone Savignano – di mettere mano a una nuova riforma e quindi a un nuovo welfare sociosanitario; una riforma che sia capace, evidentemente, di tener conto della diversa sostenibilità economica con la quale deve confrontarsi

Nel libro viene svolta un’accurata analisi degli effetti che la pandemia ha comportato nel nostro Paese, evidenziando le lacune e le difficoltà nel quale si trova impantanato il Pianeta Sanità, contraltare alle notevoli e non rare “prove eroiche” di cui hanno fatto mostra gli operatori, chiamati talvolta a un’insostenibile opera di supplenza della carenza di risorse e strutture falcidiate da una mala concezione della sanità pubblica e privata..

«La sanità in Italia – scrive il saggista irpino – agonizzava già prima del Covid. In realtà, la pandemia ha soltanto scoperchiato una situazione che era già insostenibile da tempo, portando a galla disfunzioni denunciate da anni», ragion per cui, «dopo l’esperienza degli ultimi trent’anni contrassegnati da crisi globali, di cui questa del Coronavirus è solo l’ultima in ordine di tempo, bisognerà riflettere se sia giunto il momento in cui occorre riconsiderare la salute e l’accesso ai servizi primari una questione pubblica e non un disagio del singolo individuo».

Difficile dargli torto!

Non c’è bisogno di essere un clinico o uno specialista di politiche e programmazioni sanitarie per apprezzare pienamente la portata documentale e propositiva che si ritrova nel volume, ricco tra l’altro di una rilevante bibliografia, poiché appaiono fin troppo chiari i limiti del nostro sistema socio-sanitario, che non riesce più a garantire un servizio universale ai cittadini, perché impoverito da decenni di mancati investimenti e smantellato da politiche insensate che hanno guardato al privato piuttosto che alle necessità pubbliche divenute inderogabili.

Nei diversi capitoli del volume, Savignano passa dalla valutazione dello stato della salute e della medicina moderna a quella del welfare sociale e di quello sanitario, arrivando a fare opportune previsioni per il futuro. Altrettanto opportune sono pure le considerazioni sulla crisi che condiziona la sostenibilità del sistema nazionale, erogatore dei servizi (particolarmente interessante il paragrafo che l’Autore dedica alle trascurate diagnosi e cure oncologiche causate dall’essersi concentrati sull’emergenza coronavirus e al bistrattato settore della salute mentale). Di grande interesse, infine, è il capitolo dedicato al Terzo Settore e ai suoi bisogni, che passano per le finestre della solidarietà, del volontariato, e del no-profit.

In buona sostanza, il dottore Savignano, riflette che i problemi del benessere e della salute, se non si interviene con convincimento, potrebbero diventare un vero e proprio allarme nazionale e che il domani del welfare socio-sanitario non appare per niente rassicurante. Pur consapevole che le risorse saranno sempre più insufficienti, l’Autore lancia un allarme preoccupato: «Non é più concesso restare inerti e rassicuranti che poi, in fondo, tutto si risolve», e avanza la sua proposta: «Occorre che la politica metta al centro dell’attenzione il welfare, attraverso progetti realmente attuabili e pertanto verosimili: una sorta di super-riforma socio-sanitaria che dia spazio alla classe medica – ricollocandola finalmente al posto che le spetta – nelle scelte e nella gestione, per mezzo di nuovi criteri premianti rapportati alla qualità (risultato) e non alla quantità (produzione incontrollata)».

Ciò che viene fuori dal prezioso saggio di Giovanni Savignano è, dunque, un accorato  e urgente appello ad un’azione riformatrice che si prefigga di riuscire a sottrarre l’obsoleto sistema italiano della sanità dal pericolo di implosione, cui appare condannato. Si legge nell’abstract dell’edizione: «Stretto nella morsa di due opposte esigenze, cura del malato e attenzione ai conti pubblici, il welfare socio-sanitario emerge come scalpitante alla ricerca di una via di fuga, che l’autore intravede in un “nuovo corso progettuale”, da inaugurare anche approfittando della rinnovata disponibilità dimostrata dalle istituzioni comunitarie nella gestione dell’attuale crisi pandemica. La contestualizzazione dell’argomentazione è la chiave metodologica utilizzata per accompagnare il lettore».

Michele Vespasiano