Riordino Camere di Commercio, la Cisl: a rischio posti di lavoro e servizi alle imprese

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Come sappiamo il Governo sta portando avanti la riforma della Pubblica Amministrazione mediante l’adozione di decreti legislativi attuativi della legge delega n. 124/2015 c.d. Riforma Madia tra i quali è previsto il provvedimento di “riordino delle Camere di Commercio”.
L’attuale versione del decreto, in palese contrasto con quanto definito dalla legge delega che sancisce la salvaguardia dei livelli occupazionali, prevede invece una riduzione del personale del 15% che raggiunge il 25% nelle Camere di Commercio accorpate e porterà, complessivamente, ad un esubero su base nazionale di circa 1.000 dipendenti sui 7.000 in servizio mortificando l’elevato livello di professionalità e competenza messe a servizio del tessuto imprenditoriale in generale ed in particolare delle PMI.
Nel quadro prospettato dal Governo le Camere, infatti, saranno spogliate di buona parte delle loro funzioni: niente più contributi e finanziamenti alle imprese, niente più sostegno all’internazionalizzazione, niente più servizi di conciliazione e mediazione, niente più corsi di formazione alle imprese, ma solo servizi inerenti il Registro Imprese.
A fronte di tutto ciò non si capisce quale risparmio potrà conseguire il Governo in esito al riordino delle Camere di Commercio poiché le stesse, attualmente, non gravano affatto sul Bilancio dello Stato ma si autofinanziano attraverso il diritto annuale versato dalla imprese che, già ridotto del 40%, a decorrere dal 2017 sarà addirittura dimezzato.
Per questi motivi i dipendenti della Camera di Commercio di Avellino, riuniti in assemblea presso la sede di Piazza Duomo, confermando lo stato di agitazione proclamato da CGIL CISL e UIL, hanno manifestato il proprio dissenso e la propria indignazione per le gravi ripercussioni che questa riforma determinerà in termini livelli occupazionali e servizi alle imprese.