Ripartire da competenza e concretezza

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La grande questione della crisi energetica occupa, sempre di più, uno spazio rilevante all’interno del dibattito della campagna elettorale in fase di pieno svolgimento. Quasi tutte le postazioni politiche invocano urgenti misure per calmierare i prezzi del gas e del petrolio ed invocano il necessario coinvolgimento della dimensione europea per affrontare il problema le cui implicanze sono certamente globali. Gli interventi dei vari candidati sono essenzialmente focalizzati su questo problema e non poche sono le accuse reciproche per non aver affrontato le gravi conseguenze nei tempi più opportuni, prima della guerra in Ucraina. Queste demagogiche linee di tendenza della campagna elettorale dimostrano, per l’ennesima volta, come il principale obiettivo dei candidati è di cogliere le debolezze dello stato d’animo dei cittadini elettori per orientarli, a proprio vantaggio, nell’espressione del voto. Nel quadro di questo deludente orizzonte elettorale, nei tanti interventi che si susseguono, non ho ancora trovato un candidato che, con l’umiltà e la competenza specifica sul delicato problema, ha fatto capire veramente a chi ascolta tutte le vere implicanze connesse e i reali rischi che si profilano all’orizzonte nei prossimi mesi. Umiltà e competenza, uso di linguaggi semplici, facilmente metabolizzabili, capaci di promuovere i vecchi e nuovi doveri “civici” sanciti nella parte seconda della Costituzione. In sostanza bisogna convincere la nostra comunità, da quella locale a quella nazionale, che gli interventi governativi ed europei non saranno sufficienti per affrontare con efficacia la crisi energetica – crisi di lungo periodo – se ogni cittadino non sarà disponibile a cambiare gli stili di vita che comportano sprechi enormi e non necessari di energia. Certamente, a fronte di questa auspicata inversione di marcia, ognuno di noi deve riconoscere che una diffusa illuminazione, senza orari, di periferie non frequentate, cimiteri, insegne luminose commerciali e tante altre strutture illuminate inutilmente, dovranno necessariamente subire una razionale reimpostazione. Parimenti va detto con le fonti di riscaldamento negli edifici pubblici e privati, utilizzati con livelli di consumi addirittura dannosi per la salute. Questo sforzo deve essere necessariamente compiuto perché i candidati, nel chiedere il voto, non parlano con chiarezza ai cittadini elettori, stanchi delle chiacchiere e delle promesse non realizzabili. Forse gli stessi elettori, che non andranno a votare perché disaffezionati alla politica, di fronte ad un discorso responsabile e chiaro, decidono di ritornare alle urne e votare chi ha mostrato concreta responsabilità, a partire dalle esigenze quotidiane della gente comune, quella del ceto medio che rasenta la soglia della povertà, alla gente che, ogni giorno, aumenta il numero di pasti caldi alla Mensa dei Poveri della Caritas Diocesana. L’esperienza delle nostre comunità, ha sempre dimostrato che la paura della verità, non produce speranza concreta di futuro. Probabilmente, e solo così, questa inopportuna campagna elettorale, potrà segnalare un punto di svolta per il futuro non roseo. Umiltà, competenza e concretezza sia il trinomio di marcia per affrontare le drammatiche esigenze da tutti diagnosticate. I partiti e i loro candidati accolgano questo invito, con coraggio. Se sono davvero convinti che l’esito finale dell’attuale campagna elettorale lo decideranno coloro che non hanno ancora deciso di andare a votare.

di Gerardo Salvatore