Sant’Andrea di Conza, proposte per far rinascere il paese

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Andrea  Ricciardiello

Dialoghi di vivibilità é stato un evento animato e sentito quello organizzato domenica 22 dall’Amministrazione comunale e l’Associazione Michele Mariano Iannicelli, dove, nella stracolma libreria Tuttolibri, di via del Corso, il sindaco D’Angola, l’architetto Mario Pagliaro, il professore Ugo Morelli hanno scaldato i presenti in una lungo e appassionante dibattito incentrato  nell’area della promozione turistico-sociale per arrestare quello stato patologico sociale, vera cancrena conosciuta con il nome di spopolamento. <<Perché siamo qui>>, così ha esordito quella domenica sera del 22 dicembre, il sindaco D’Angola, dopo che era stato invitato a fare da coordinatore e preceduto dai saluti di rito della padrona di casa la signora Maria Antonietta Scolamiero. <<Valorizzare il centro storico>>, così ha continuato il primo cittadino, per rilanciare il paese; centro storico che, in futuro, nella sua lenta metamorfosi passerà, oltre, da uno stato di mero contenitore di manifestazioni culturali, che era in passato, a oggetto interessato da un progetto innovativo di svolta, che si affiancherà alla politica sociale degli anni passati, incentrata ai bisogni quotidiani della gente, come la spasmodica ricerca di soluzioni per creare lavoro.

Quindi, questo progetto sarà un valore aggiunto alla politica locale perché, ora, a essa si affiancheranno anche l’assistenza agli anziani, la ricezione turistica, la formazione, l’integrazione culturale e la promozione e valorizzazione del centro storico, quindi fattori di crescita economica. Uno sguardo al futuro, quindi, con un occhio attento allo spopolamento, che si può e si deve debellare dando valore concreta alla cultura e al valore umano. All’intervento del primo cittadino ha fatto seguito quello, molto sentito, dell’architetto Mario Pagliaro, che mette al centro del suo pensiero la parola “cambiamento”, cambiamento che, grazie a questo progetto, saranno soggette le modalità per risolvere e affrontare i problemi sociali, che non può che avvenire solo ed unicamente attraverso  idee condivise da un gruppo di persone, che hanno come scopo gli stessi intenti; investire sul Patrimonio Culturale Paesaggistico e soprattutto Umano, operare, quindi, concretamente senza politica, fuori dalla retorica, attuando un piano per capire ciò che manca affinché un centro sia vivibile. Risulta, quindi, prioritario capire dove come e con chi lo facciamo, quindi, saper mettere gente motivata e giusta al posto giusto e trovare, poi, una soluzione a tavolino con la collaborazione di tutti. Inoltre, importante è che il nostro tempo, le nostre risorse, d’ora in avanti, non siano solo concentrate a organizzare feste, convegni, eventi, ma investirlo, in futuro, nella burocrazia, diventando noi stessi burocrati, per accedere alla fine a finanziamenti che porteranno le utopie a trasformarsi in realtà. Il progetto, quindi nato da un’idea comune, porterà alla fine del percorso a trovarci luoghi che non siano solo posti del ricordo ma anche della contemporaneità, in cui le tante porte chiuse delle cantine e dei sottani dovranno essere riaperte a nuovi laboratori artigianali, negozi di souvenir, luoghi di cultura e a ospitare gente di ogni dove, razza e cultura, cosa quest’ultima ben radicata in paese grazie alle attività dello Sprar (N. d. a). Al monologo dell’architetto ha fatto seguito quello del professore Morelli, che apre, il discorso sul fatto che ogni progetto per avere successo deve nascere con il confronto di tutti, ma, che di vitale importanza è quello di partire con il piede giusto e individuare il giusto metodo, giuste scelte e soprattutto i giusti partenariati, che non siano come alcune grandi multinazionali che non interessa lo sviluppo locale ma solo al loro ritorno economico e che potrebbero portarci a diventare la nuova Amazzonia, o al rischio colonizzazione, o in certi casi trovarci in casa rifiuti pericolosi e che tutto ciò si combatte con l’economia dei luoghi dove, oltre alla memoria storica o l’incanto della vallata, l’importante è sapere stimolare il rapporto umano coinvolgendo e facendo partecipare direttamente i cittadini tutti, in particolare giovani, anziani, diversamente abili in modo da trovare una ragione per vivere in questi luoghi, senza campanilismo e senza aiuti dall’alto, ma farcela con le proprie forze. Continuando il professore, imputa la colpa di questo nostro degrado alla politica, molto accondiscende ai poteri forti che molte volte si benda gli occhi di fronte a situazioni dalle quali danno vita a casi come quello dell’ attuale  fallimento della Banca Popolare di Bari, o come la Terra dei fuochi, o ancora come è successo in Irpinia, trovarci di fronte a territori, al nostro Patrimonio Culturale e Paesaggistico vandalizzati, devastati, non dai vari sismi, ma dalla ricostruzione portata avanti da certe menti peggiori del terremoto stesso. Occorre, quindi, dare il giusto senso a questo progetto,  che è quello di dare coscienza di quello che abbiamo, di quello che eravamo, siamo stati e che vorremmo essere. Quindi, attuazione di corsi di  formazione che portino alla conoscenza della nostra cultura, del nostro paesaggio, del territorio, della nostra arte, a studenti ospitati nelle nostre antiche dimore, appositamente individuate per l’occasione, e dove tutti questi elementi saranno le loro fonti di studio, che pagheranno queste esperienze (turismo di qualità) e, alla fine di questo percorso, saranno, in seguito loro stessi parte integrante di questa rinascita. Nella sua conclusione, il professore spiega come si attua il progetto, che non è altro che una chiamata di tutti alla responsabilità di atti e azioni assunti con un’analisi partecipata con tutti i cittadini per arrivare alla fine a un progetto di azioni mirate alle svolgimento di attività socialmente utili e finalizzate alla promozione umana, quindi, alla crescita e alla maturazione culturale, civile e sociale dell’uomo, di tutti gli uomini, e al rispetto e alla valorizzazione delle culture e dell’ambiente. Plaudono all’iniziativa il professore Giuseppe Mastrodomenico, consigliere locale di minoranza e il dottor Peppino Iannicelli, che con i loro interventi hanno chiuso il dibattito, sottolineando che essa va nella giusta direzione e che il progetto non poteva che essere proposto in un paese migliore come Sant’Andrea, ricco di cultura, storia, artigianato, ma sottolinea e consiglia Iannicelli, che  rinchiudersi è pericoloso. Inoltre, presenti all’evento cito l’assessore Adriana Frino, quello esterno Pasquale Vallario e il Sindaco di Calitri Di Maio. Il Sindaco, prima di congedare i presenti, ha sottolineato che il progetto,  sarà, poi, presentato il 21 marzo alla presenza di personalità di alto livello.