Scuola, si torna in classe? I dirigenti: sì dopo la vaccinazioni Sindacati: serve cautela Studenti superiori: alle turnazioni in presenza preferiamo la Dad

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Rientreranno in classe dopo Pasqua gli studenti, anche nelle zone rosse, a partire dal ciclo primario. La decisione  riguarderà innanzitutto scuola dell’infanzia e primaria fino alla prima media. Più difficile che immaginare lezioni in presenza per gli studenti delle superiori, che non nascondono le perplessità. “La dad – spiega Nicole De Falco, studentessa del liceo delle scienze umane Virgilio – è stata una bella opportunità che ci ha consentito di crescere, dopo le inevitabili difficoltà iniziali. Ora ci sentiamo una classe anche nelle lezioni virtuali”. Sulla stessa linea Martina Iandolo, compagna di classe di Nicole “Lavoriamo molto di più in Dad perché ci sono meno interruzioni. Dobbiamo tenere la videocamera sempre accesa e quindi non c’è possibilità di distrarci. Abbiamo imparato a gestire al meglio gli impegni al computer. E’ una scuola a tutti gli effetti. E se la prospettiva è quella delle turnazioni in presenza con un gruppo da casa e un gruppo in presenza, allora preferiamo di gran lunga la dad, perché ci aiuta a conservare meglio l’unità del gruppo classe. Certo, non c’è il contatto diretto con i docenti ma è compensato dalle risorse che è facile condividere on line”. Anche Mariantonietta Scocca, anche lei studentessa del Virgilio non nasconde i timori all’idea di tornare in presenza “Vivo con mio nonno e molti miei compagni viaggiano con i pullman. Purtroppo, malgrado le promesse, sui mezzi pubblici è ancora difficile garantire il distanziamento. Noi ragazzi stiamo facendo tanti sacrifici per tutelare i nostri cari e rischieremmo di vanificarli tornando tra i banchi. Le lezioni on line ci hanno aiutato a responsabilizzarci, a superare timidezze, a sentirci più sicure. Discorso diverso è quello per i piccoli che hanno bisogno del contatto col docente e i compagni”.

Dirigenti e docenti

“E’ una decisione che mi vede perfettamente d’accordo” spiega Luciano Arciuolo, dirigente dell’istituto comprensivo di Bagnoli. “Dopo Pasqua – prosegue Arciuolo – la campagna vaccinale del personale scolastico sarà stata completata, perciò ci saranno le condizioni per rientrare in presenza, soprattutto per quel che riguarda il ciclo primario. Il rischio maggiore riguarda i piccoli dell’infanzia che non hanno l’obbligo di mascherina. Ma certamente si tratta di alunni che vengono a scuola accompagnati dai familiari, non c’è nessun pericolo di contagio, dunque, legato all’uso dei mezzi pubblici”. Più cauta la dirigente del liceo scientifico Mancini di Avellino Paola Gianfelice: “Certamente le parole di Draghi sottolineano l’importanza della didattica in presenza, per quel che riguarda lo sviluppo delle competenze. Ben venga il ritorno in classe in presenza, a condizione che il tasso dei contagi non sia troppo alto. Auspichiamo tutti un ritorno alla normalità ma mi chiedo se non sarebbe il caso di procedere anche per le scuole primarie e dell’infanzia a misure di turnazione per piccoli gruppi. Più complesso il discorso per quel che riguarda le scuole superiori”. Divisi i docenti come spiega la professoressa Luisa Bocciero “Sulla riapertura dopo Pasqua penso che sia l’ennesima  foglia di fico per coprire la vergogna di interventi sulla scuola del tutto privi di concretezza. Il solito modo di procedere a zig zag, in un momento in cui bisognerebbe resistere tutti insieme per uscire da questo incubo”

I sindacati

“La proposta di Draghi – chiarisce Antonio D’Oria della Uil scuola – è strettamente legata alla prosecuzione della campagna vaccinale, che ha subito un rallentamento a causa della vicenda Astrazeneca. L’invito che rivolgiamo come Uil ai docenti è quello di vaccinarsi, altrimenti sarà impossibile pensare ad un ritorno in presenza. Ci auguriamo di poter tornare in presenza, ma serve cautela, dobbiamo ancora fare i conti con numeri elevati legati al contagio. Restano, poi, per quel che riguarda le superiori le criticità delle quali si è discusso negli scorsi mesi, a partire dalla problematica trasporti”. “Noi siamo disponibili – sottolinea Salvatore Bonavita della Cisl scuola – ma ci devono essere le condizioni. Ci chiediamo se dopo Pasqua ci saranno. Continua ad esserci molta confusione sul rapporto tra scuola e contagi. Ora gli esperti ci ripetono che la riapertura delle scuole non influirebbe sull’aumento dei contagi. Vogliamo tornare, non aspettiamo altro ma servirebbe che la campagna vaccinale dei docenti si concludesse e che si vaccinassero almeno gli alunni fragili”.

Il comitato “Tuteliamo i nostri figli”

Siamo in pieno aumento dei contagi e vogliono riaprire”. Non nasconde la sua amarezza Lia Gialanella, admin del gruppo “Tuteliamo i nostri figli” dopo le parole del presidente Draghi che ha sottolineato la volontà di far ripartire le scuole in presenza dopo Pasqua “Che lo facciano – prosegue Lia – assumendosi responsabilità civile e penale per le loro azioni. Ogni decesso per Covid legato alla filiera scolastica avrà dei responsabili ben precisi. Con decisioni del genere si finiscono per annullare i patti di corresponsabilità tra famiglie e istituzioni scolastiche firmati a inizio anni. Continuo a ripetere che la priorità non può che essere la sicurezza. Fino a quando non può essere garantita riportare gli alunni in presenza è un rischio”.