Solo il 4% dei libri supera le mille copie. Arminio e Fiore avanti nelle classiche

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In occasione del primo anniversario della SEM (Società Editrice Milanese) è stato organizzato un incontro dedicato all’editoria indipendente, dal titolo “Elogio della follia”, a cui hanno partecipato il co-fondatore del marchio Riccardo Cavallero (ex Mondadori Libri) e i colleghi Eugenia Dubini (NN Editore), Sandro Ferri (edizioni E/O) e Pietro Biancardi (Iperborea). Presente anche l’esperta Barbara Riatti di Gfk che ha illustrato i dati del mercato libraio italiano.
Secondo i dati GfK Italia il mercato editoriale è cresciuto dell’1,9% rispetto all’anno precedente, sebbene i numeri siano disastrosi rispetto a quelli del 2012 (- 10%). Un ruolo importante, che ha contribuito all’incremento delle vendite, è stato giocato dal bonus cultura per i 18enni voluto dal ministro dei Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini, come pure il bonus per gli insegnanti promosso dal ministero dell’Istruzione.
Tuttavia, è allarmante il fatto che il 96% dei libri venda meno di mille copie l’anno e che solo 20 titoli abbiano superato le 100mila copie nel 2017 (erano 42 nel 2013). Dato che evidenzia il fatto che vengano pubblicati molti più libri rispetto a quelli che si leggono realmente, complice la cosiddetta EAP, ovvero l’editoria finanziata dagli autori stessi.
Rientrano in quel “miracoloso” 4% ben due autori irpini: l’ormai consacrato Franco Arminio con “Cedi la strada agli alberi” (Chiarelettere), testo arrivato ormai alla settima ristampa e il giovanissimo Vincenzo Fiore con “Nessun titolo” (Nulla Die Editore), con i suoi numeri da record nella classifica Amazon e IBS.