Tiro con l’arco a squadre, il campione europeo è campano

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Massimiliano Mandia, nato a Battipaglia (Salerno) il 24 gennaio 1990, è l’attuale campione europeo del tiro con l’arco a squadre. Fu reclutato dalle Fiamme Azzurre  il 23/12/2014  e attualmente è a carico di molti buoni piazzamenti e diversi record italiani, fino ad arrivare al primato nei campionati mondiali  di campagna del 2008 in Gran Bretagna, trionfando sia individualmente che in squadra con Fabio Nava e Stefano Iaccarino.
 
o    Come è nata questa passione? Come ti sei avvicinato al tiro con l’arco?
La passione è nata in vacanza dai miei zii che avevano una baita nel Canavese, lì conobbi un loro amico, un inglese, che mi costruì un arco rudimentale e ci giocavo giornate intere. Poi all’età di nove anni mio cugino fece un corso di tiro con l’arco ed io lo seguii e da lì  è nata la mia passione.
 
o    Quanto è impegnativo svolgere questo sport a livello agonistico?
È molto difficile in quanto bisogna allenare sia la parte tecnica che mentale; la mentale molto spesso è cruciale perché non basta avere solamente una buona tecnica. Il tiro con l’arco è uno sport dove le condizioni ambientali e climatiche influiscono moltissimo sul tiro e bisogna essere bravi ad intervenire in  queste situazioni, è uno sport molto difficile e non si può avere un approccio aggressivo.   Nel tiro con l’arco non ci  si può sfogare e consumare tutte le energie, ma bisogna mantenere sempre la concentrazione , controllare la tensione, avere molta calma e non perdere di vista ciò che si sta facendo. Per questo motivo è differente dagli altri sport: atletica o boxe.
 
o    L’allenamento di un arciere in che cosa consiste? Quante ore?
Un allenamento di un arciere consiste nello sviluppare tutte quelle qualità che sono proprie di questo sport: aumentare la coordinazione, la propria sicurezza, la qualità del gesto tecnico e  le conoscenze dei materiali,  perché  anche i materiali fanno molto, anche se non sono comunque la chiave per fare i punti. Per rendere l’idea: se si mettesse alla guida di una macchina da Formula1un principiante non vincerebbe  mai un gran premio. C’è bisogno di molto impegno  per programmare gli allenamenti specifici per il tiro, ma anche l’allenamento fisico. Una volta si tralasciava la parte fisica, ma oggi più che mai si sta rivalutando: aumentando la resistenza fisica, ho avuto un incremento di punti molto consistente. L’allenamento non dipende da quante ore e dal quantitativo di frecce: bisogna tener presente sia della qualità  che della quantità.
 
o    Quali sono state le tue vittorie più significative?
Di vittorie significative ne ho avute tante: in Italia ho vinto tutto ciò che c’era da vincere individualmente, mentre all’estero la vittoria più significativa è stato il campionato del mondo nel 2008 oltre a diversi piazzamenti internazionali buoni. Nonostante ciò punto sempre a fare di più.
 
o    Fai parte della nazionale italiana, cosa rappresenta questo per te ?
Far parte della nazionale italiana per me è un grande onore, soprattutto nell’avere la possibilità di rappresentare la mia nazione, il mio paese e tutti i valori che ci contraddistinguono all’estero.
o    Il tuo sport ha contribuito a modificare la tua percezione dei luoghi e delle persone?
Indubbiamente ha contribuito moltissimo. Se non fosse stato per il tiro con l’arco non penso che avrei visitato tanti luoghi e vissuto tutte queste esperienze che hanno contraddistinto la mia vita fino ad adesso. Indubbiamente questo fa sì che tu possa vedere anche le persone, le nazioni in modo diverso con un aspetto critico differente e fa sì che tu possa confrontare il tuo stile di vita con quello degli altri. Ciò mi porta ad apprezzare di più la mia nazione.
 
o    Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Di obiettivi futuri ne ho tanti, ma sicuramente il più importante è partecipare alle Olimpiadi di Tokio del 2020.