Tonino Taiuti al Monopolio di Ariano nel segno di Moscato

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Sarà Tonino Taiuti il protagonista il 3 febbraio, alle 21, al Monopolio culturale di Ariano dell’appuntamento con il teatro. Una presenza di prestigio, quella di Taiuti, attore, autore, musicista e performer, tra i grandi protagonisti del teatro e del cinema partenopeo.  Sulla scena ha storicamente condiviso le strade di Antonio Neiwiller, Enzo Moscato, Renato Carpentieri, Annibale Ruccello. Lo spettacolo, intitolato “Play Moscato” è un percorso attraverso la scrittura del drammaturgo, un atto mistico, un rito da affrontare attraverso la parola, il gesto, il canto e la danza. Così Palummiello incontra le bazzariote di Trianon ma ci sono anche gli “scarrafune” che “inchettero Toledo” di “A nuttata è passata” da Partitura fino a “Bell’è Babele”. Torna, quindi, in scena la scrittura-vita di Moscato che abbraccia il corpo scenico di Taiuti, che vaga per la scena, procede per prossimanze, miraggi, alla ricerca delle numerose ferite di Napoli.
Lo spettatore è costretto a seguire Taiuti nel suo peregrinare, mentre si inabissa in quel mèlange sonoro impiastricciato di parole, delay, idiomi che si scontrano. Dagli standard (“Trianon”), che ha portato in scena più volte nella sua carriera ai pezzi nuovi. Taiuti si conferma artista che scava nella materia artistica con il tormento dell’uomo, che prova, tutte le volte, a scomparire nel buio della scena, furtivo come un eterno bambino.  Taiuti si cimenta anche con le arti visive riuscendo, con le immagini così come con i suoni, a dar vita a momenti di fortissima carica emozionale. Momenti che sono parte di una ricerca espressiva, la sua, una volta tanto veramente multimediale.

Nato a Napoli nel 1950, a 26 anni Tonino Taiuti inizia un percorso artistico che lo porterà dal “Teatro dei Mutamenti” fondato da Renato Carpentieri e Antoinio Neiwiller alla pratica del jazz, del teatro e del cinema.
Come attore si cimenta tanto in performance comiche (in coppia con Silvio Orlando) quanto in prove di forte intensità drammatica lavorando con registi quali Enzo Moscato, Mario Martone, Gabriele Salvatores, Toni Servillo e Giorgio Barberio Corsetti e su testi di Viviani, Scarpetta e Shakespeare. Al cinema lo si ricorda in “Morte di un matematico napoletano”, “Sud”, “Polvere di Napoli”e “I vesuviani”, “Ladro di cardellini” Come musicista, oltre alle collaborazione con Marco Zurzolo, ha al suo attivo una doppia partecipazione, nel 2003 e nel 2004, con Antonio Fresa, al Pomigliano Jazz Festival, mentre il suo esordio nell’arte figurativa ha luogo nel 2002 con una personale dedicata al violoncellista Tom Cora.