Tra passato e futuro

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E’un Ferragosto diverso. Tra lavoro che non c’è e spasmodica ricerca di divagazioni. Ma è soprattutto punto di riflessione. Tornano alla mente le parole significative e taglienti del vescovo Marino. Esse ci portano al concetto di povertà che sempre più crea il divario tra chi ha e chi non ha. Ma anche alle tante vertenze aperte che vedono le famiglie aggrapparsi alla speranza. E’ un Ferragosto amaro per i docenti che sono costretti ad emigrare in zone assai lontane per guadagnarsi un tozzo di pane. Eppure c’è un’altra faccia di questo Ferragosto. Quella della crisi che è sparita all’improvviso con gli agriturismi affollati, alberghi senza più posti, file davanti ai ristoranti per consumare un pasto. Il Ferragosto è anche questo: l’esasperazione delle contraddizioni che sono il risultato del bene e del male. E’ d’obbligo una riflessione sulla condizione della provincia e della stessa città. Il panorama cambia, ma ad antichi mali altri si aggiungono. Ci si affida alle promesse del cambiamento e del rinnovamento, si spera che questa terra possa diventare sede di occupazione e di ricerca per i tanti giovani che ancora oggi sono costretti a recidere le proprie radici. E il Ferragosto della città? Sospeso tra il passato e il futuro.

edito dal Quotidiano del Sud

di Gianni Festa