“Tuteliamo i nostri figli”, necessario avviare tavoli con le amministrazioni, il pericolo non è passato

0
2147

“La gente continua a chiamarci, a chiederci di fare qualcosa per proseguire la dad per tutti ma questa assurda diatriba istituzionale e questo continuo scaricabarile di responsabilità, ha messo i più nel timore di metterci la faccia, consapevoli dei rischi a scapito della propria salute e dei propri figli”. A sottolineare come le famiglie continuino ad avere paura, anche dopo il rientro in classe alle elementari il gruppo “Tuteliamo i nostri figli scuole chiuse”. Di qui la scelta,  nei comuni dove i contagi hanno segnato già un sensibile numero di casi positivi in aumento, di aprire tavoli di discussione pacifica e sensibilizzante con i sindaci. “Fra i comuni virtuosi aderenti – si legge nella nota dell’associazione – segnaliamo Massa Lubrense, è di ieri sera la notizia della chiusura delle scuole fino al 16 da parte del sindaco Lorenzo Balduccelli”. “Il Gesto di responsabilità del nostro sindaco, dovrebbe essere di esempio a tutti i sindaci della Campania, un atteggiamento attendista è d’obbligo in una fase di transizione post feste natalizie”- spiega Sabrina Ranucci, admin del gruppo di Massa Lubrense. E’ Emiddio De Falco, admin del gruppo a Ottaviano, a sottolineare come “‘Tuteliamo i nostri figli. Scuole chiuse in Campania’ in questi giorni è diventato il brand della richiesta dei SIDAD, affiliando circa 40 gruppi locali, oltre ai quasi 30000 iscritti del gruppo Campania”. Mentre Agnese Vitola, admin del gruppo di Castellamare di Stabia, sottolinea come “L’intuizione di Lia Gialanella, la fondatrice del gruppo Campania, di creare osservatori locali è stata fondamentale per cercare non solo di capillarizzare la conoscenza degli spaccati reali dei territori, ma è un circuito in entrata ed in uscita di confronto e di arricchimento per tutti noi, conservando ognuno la propria autonomia d’azione sulle peculiarità del proprio comune. Continuiamo ad essere convinti della mancanza di sicurezza nell’esporre i nostri figli alla presenza scolastica, la situazione ci preoccupa ancora molto, perché non ne siamo davvero fuori”.