Autore: redazione web

Bisogna tornare alla Costituzione. Chissà quante volte abbiamo sentito questo monito soprattutto nell’ ultimo decennio, percorso da troppe emergenze e infiniti dubbi, anche nelle vicende e controversie più ovvie. Bene ha fatto, ieri l’altro, Ferruccio de Bortoli a tornarci con un illuminante fondo sul “Corriere della Sera” e uno scottante tema: “I partiti così poco democratici” . Stavolta, per porsi una domanda attualissima: Se una buona formulazione, meno “spuria o reticente”, dell’articolo. 49 della Costituzione che recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere “con metodo democratico” a determinare la politica nazionale”, oggi ci non…

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A fronte dello spettacolo indecoroso della partitocrazia italiana che ha caratterizzato un periodo di trattative per il varo del nuovo Governo, non pochi interrogativi sono stati ingenerati all’interno della opinione pubblica e del dibattito degli osservatori esterni ai palazzi del potere. Un primo interrogativo merita qualche riscontro: il vecchio binomio “destra-sinistra”, costitutivo della vecchia politica, in fase di dissolvimento totale, può essere letto come il sintomo inquietante di una crisi sistemica in ambito politico? In particolare, nonostante l’autorevole e ricorrente richiamo alla comune responsabilità dell’attuale presidente della Repubblica, la diade destra-sinistra non è riuscita a costruire un minimo di spessore…

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A più di 60 giorni dalle elezioni siamo ancora in una situazione di stallo, sempre più inestricabile e grave, che potrebbe sfociare, se le cose dovessero continuare con la disinvoltura, il poco senso dello Stato e l’irresponsabilità fin qui dimostrata dai vari Di Maio, Salvini e Renzi, in una vera e propria crisi istituzionale. Il compito del Presidente della Repubblica, di fronte a simili personaggi e tra veti, contro veti, distinguo, Aventino e propaganda elettorale continua, è da far tremare le vene ed i polsi e la calma e la saggezza potrebbero non bastare più. I mercati e l’Europa non…

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I l Pd è in piena crisi di identità. A sette giorni dalla presentazione delle liste per il rinnovo dei consigli comunali e la elezione diretta dei sindaci lo scenario è inquietante. La direzione nazionale del partito si è pronunciata a favore del gruppo D’Amelio, Ricciardi, Festa, sponsor il governatore della Campania De Luca, dichiarando legittima l’elezione del giovane De Guglielmo alla guida del partito. Ieri l’investitura. Poco importa che a favorire questa scelta sia stata solo quasi metà degli iscritti al Pd e un tesseramento pieno di sospetti. Sconfitti Del Basso De Caro che si è trascinato anche l’ex…

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Mentre la Corsa Rosa prende il via da Gerusalemme, il giro d’Italia della crisi si avvicina all’ultima tappa dopo aver bruciato lungo il cammino tutte le possibili soluzioni e scolorito tutte le maglie dei primi in classifica. Si chiude la prossima settimana, quando il pallino tornerà nelle mani dell’arbitro che per due mesi ha invano atteso che i partiti gli presentassero una proposta di governo praticabile. Si torna al senso del messaggio che il Capo dello Stato rivolse a tutti pochi giorni dopo il voto, l’8 marzo, appellandosi al senso di responsabilità “di saper collocare al centro l’interesse generale del…

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Anche quest’anno il primo maggio, la festa del lavoro, non è stata vissuta come una sorta di workers pride, giornata dell’orgoglio dei lavoratori, ma molto più mestamente come una giornata rievocativa di riti che hanno perso d’attualità. Le stesse diatribe fra i sindacati e le catene della grande distribuzione che hanno abolito il primo maggio a beneficio dei consumatori (e del profitto), dimostrano quanto sia stato svalutato, anche simbolicamente, il valore del lavoro. Ha osservato Raniero La Valle: “Per quanto riguarda la dignità umana fondata sul lavoro noi siamo oggi di fronte a un’impotenza del sistema economico vigente che non…

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Il tema dominante della campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco di Avellino finirà per ridursi ad un unico e non strepitoso argomento: le condizioni ritenute disastrose in cui Paolo Foti lascia la città dopo cinque anni, bastano e avanzano per legittimare chiunque si proponga come suo successore. Sarà anche improbabile che gli avellinesi rimpiangeranno il sindaco uscente, ma a meno di quaranta giorni dal voto c’è poco da stare allegri se come sembra sarà questo il mainstream che dominerà le prossime settimane. E’ di un referendum su Foti che Avellino oggi ha bisogno? Utilizzare gli elettori come giudici popolari…

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