Tanti gli spunti di riflessione emersi dal confronto tenutosi questa mattina su “Politica, cultura e questioni di genere umano” con Vittorio D’Alessio e Luigi Marciano, Elena Pagano, consigliera delegata alle pari opportunità e Domenica Maria Lomazzo, consigliera di parità. Nel foyer della funicolare è stata, invece, inaugurata “La Candelora a Montevergine” di Alessandro Gattuso, dedicata a Enzo Moscato, con la partecipazione di Ileana Capurro di Atn. Un progetto che invita a riflettere sulla bellezza della diversità e sulla ricchezza di una religiosità libera da discriminazioni, celebrando la vera essenza di Montevergine. L’antropologa Marzia Mauriello ha analizzato “Le femminelle tra passato e presente”. Si prosegue domani mattina, alle 18, con la personale di Mr Francese presso il Castrum Pub di Mercogliano a cura di Apple Pie con la partecipazione di Ilaria Scarano. Alle 18.30 si presenta il libro “Il delitto di Giarre” di Francesco Lepore con la proiezione dell’omonimo film. Le letture sono a cura di Francesca Battista, a presentare l’incontro Leonardo Festa. Lepore ricostruisce una storia destinata a lasciare il segno nella battaglia per i diritti della comunità lgbt. Il 31 ottobre 1980 due giovani, Giorgio Agatino Giammona di 25 anni e Antonio Galatola di 15, scomparsi da casa due settimane prima, furono trovati morti, mano nella mano, uccisi da un colpo di pistola ciascuno alla testa. Tutti conoscevano i due ragazzi, che nel paese venivano chiamati «i ziti» (“i fidanzati”). Giorgio, in particolare, era dichiaratamente gay poiché all’età di 16 anni fu sorpreso in auto dai carabinieri del posto insieme con un altro giovane e perciò fu denunciato. Il delitto rivelò subito la sua matrice omofoba: giornalisti e telecamere che si recarono sul posto da tutta Italia per rendere nota la tragedia si scontrarono con l’omertà del paese. Il responsabile non fu mai individuato ma un mese dopo a Palermo da un’idea di Marco Bisceglia, un sacerdote apertamente omosessuale, con la collaborazione di un giovane obiettore di coscienza, Nichi Vendola, insieme a Massimo Milani, Gino Campanella e altri militanti fondarono l’Arcigay, la prima sezione dell’Arci dedicata alla cultura gay, che da lì a poco si diffuse in tutta Italia.
Alle 20, al Bar Love Cafè, si inaugura la mostra “La tammorra senza tempo, storia di un amore infinito” dedicata a Marcello Colasurdo, a cura di Rossella Orsi con il coordinamento di Vincenzo Ciccarelli e in collaborazione con Fotodiego. E stasera, alle 21.30, va in scena al 99 Posti “Cartoline da casa mia” di Antonio Mocciola con Bruno Petrosino organizzato da Arci e 99 Posti. La storia è quella di Fosco, ragazzo che che ha scelto di non possedere più nulla, se non la voglia di comunicare, attraverso la forma desueta della cartolina, tutta la sua disperata, e dignitosa, solitudine volontaria.