Consumo di suolo e cambiamento climatico, geologi in allerta

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“I dati presentati dall’ISPRA sul consumo di suolo in Italia nel 2022 dimostrano che nulla è stato fatto per contenere un trend che amplifica gli effetti del cambiamento climatico”.

Così Antonello Fiore (Presidente Nazionale Società Italiana Geologia Ambientale): “Assistiamo al continuo aumento della frequenza degli allagamenti urbani, alluvioni, frane, mareggiate, isole di calore e nel 2022 abbiamo impermeabilizzato ben 77 Kmq di suolo, oltre il 10% in più rispetto al 2021 con una velocità di 2.4 metri quadri al secondo.

Preoccupante il dato di 918 ettari di suolo consumato nel 2022 in aree già individuate a media pericolosità idraulica. Senza dimenticare che le città con sempre più suolo impermeabilizzato sono sempre più calde raggiungendo nei giorni più caldi valori compresi tra 43 e 46 °C.  I dati di consumo di suolo documentati dall’ISPRA, al 2022 la copertura artificiale si estende per oltre 21.500 kmq, il 7,14% del suolo italiano, conferma che manca una visione che vada oltre il mandato elettorale e che definisca gli strumenti di pianificazione territoriali efficaci, in grado di attuare una politica di prevenzione e manutenzione del costruito e del territorio per ridurre al minimo gli effetti del cambiamento climatico, gli effetti dei rischi naturali.

Necessita una pianificazione dello sviluppo territoriale con consumo di suolo netto (compensazione tra consumo di suolo e rinaturalizzazione delle superfici impermeabilizzate) compatibile e sostenibile con l’assetto geomorfologico e idraulico. Da troppe legislature si aspetta una legge nazionale sul consumo di suolo, un ritardo colposo del Parlamento”. Lo ha affermato il geologo, Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale.s