Gli elettori e il Circo della politica

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Pur  in un contesto mass-mediatico   appiattito sulle posizioni di questa o quella fazione in campo,  sono tutt’altro  che il primo o l’unico  a dire che mai, nella Storia dell’Italia repubblicana, una vigilia elettorale era stata caratterizzata da tanta confusione e vuoto di idee e proposte. Il bombardamento a tappeto dei cosiddetti leaders politici e dei loro sodali  è fatto di polemiche che sanno di pettegolezzo o di piccinerie; i cosiddetti discorsi programmatici, per lo più, appaiono strampalati  o tali da approdare a proposte irrealizzabili: l’elenco è sotto gli occhi di tutti.  A questo si aggiungono le ripicche e le cattiverie tra componenti dello stresso partito, le lamentazioni per mancate candidature. Per non parlare, si fa per dire, dello spettacolo inverecondo, specie nel centrosinistra,  che ha accompagnato, la composizione delle liste e per le elezioni politiche del 25 settembre. Stendiamo poi molti veli di silenzio sulla qualità intellettuale e la statura politica della stragrande maggioranza dei candidati. Di quella morale, in non pochi casi,  taciamo per carità di patria.

Eppure mai come ora gli italiani avrebbero avuto bisogno di esser posti di fronte a grandi opzioni politico-programmatiche di schieramenti politici contrapposti.  I problemi che li attendono nell’autunno sono tali da “far tremare le vene i polsi”. Il Paese ha il diritto di sapere che cosa si vuole fare per: fermare la strage della pandemia; una sanità dove gli ospedali non diventino ogni giorno di più dei lazzaretti;  affrontare subito e concretamente l’emergenza del pianeta che arde; promuovere la pace in Ucraina. Si vorrebbe sapere anche che cosa  si fa da subito e nel medio periodo per utilizzare al meglio i fondi europei, per dare lavoro ai giovani sempre più soli e disperati, per trarre il Mezzogiorno dall’abisso di abbandono e di miseria in cui sta precipitando. E da cui hanno tutto da guadagnare sempre e solo le mafie, lasciate al solito indisturbate

Non sorprende quindi – e come sarebbe possibile altrimenti –  che di fronte a una simile inconcludente e inconsistente  babele, a un Circo Barnum  della politica che esibisce il peggio dei suoi peggiori  clowns, gli elettori appaiano perplessi,  per lo per lo più annoiati e infastiditi, sdegnati, inclini a non recarsi a votare. A dar vita un impressionate  astensionismo di massa. E quando si parla di elettori, duole dirlo, bisogna innanzitutto riferirsi  a quelli di sinistra, memori di ben altre storie elettorali, fatte  di grandi battaglie ideali e politiche, caratterizzate da una  crescente e forte partecipazione  di massa e  guidate da intellettuali e politici di grande statura cultural-morale. E, purtroppo, non sorprende neanche che  Fratelli  d’Italia di Giorgia Meloni, che sono una formazione politica  di destra estrema appaiano sempre  vicini a vincere le elezioni, ottenendo un quarto dei voti circa.  Poco conta se arriveranno primi o secondi rispetto al Partito Democratico. Conta la coalizione che vince, che al momento è il centrodestra. Meloni può vincere perché la sua proposta – amara eccezione! – consiste in una chiara e radicale  svolta a destra di stampo populistico.  Il Pd, una proposta di sinistra o di centrosinistra, non ce l’ha ancora. Questo vuoto non si rivolse rimproverando alla segreteria di Fdl che da ragazza esaltasse Mussolini. Si dicano cose serie, valide per chi meno ha e per tutta la società italiana. E, forse, non tutto è perduto.

di Luigi Anzalone